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Ibra sì, Ibra no: vale la pena tentare il grande colpo?

Manuel Minguzzi

Passati cinque mesi da allora i tempi sono cambiati; non per una questione calcistica ma sanitaria. Il calcio fermo produce perdite e il Bologna le conterà consapevole che con l'arrivo di Musa Barrow, di fatto la scelta dopo il no di Ibra, la casella della prima punta è stata riempita con successo. Certo, Ibra e Barrow possono giocare assieme ma a livello di strategie non sarebbe una scelta lungimirante. Detto questo, e fermo restando che dire no al talento di Ibra è da pazzi, se Mihajlovic lo convincesse della bontà del progetto per quale motivo il Bologna non dovrebbe sedersi al tavolo? I fattori positivi sono tanti, appeal, clamore, vendite, merchandising, marketing (il botteghino lo lasciamo sospeso perché non si sa quando si potrà tornare), talento, capacità comunicative e di leadership in una squadra giovane e che punta all'Europa. Se ben orchestrato con gli sponsor, lo sbarco di Ibra potrebbe rappresentare una bomba tecnica e mediatica. I fattori negativi? L'età, il recupero da questo infortunio, l'inserimento in uno spogliatoio ben amalgamato e che dovrebbe ritrovare un suo equilibrio con un pezzo da novanta, senza dimenticare l'esborso economico post virus che magari potrebbe essere indirizzato su strategie più in linea con quella del Bologna, ovvero i giovani di prospettiva. Se volessimo vederla in maniera pokeristica l'arrivo di Ibra sarebbe un all-in del Bologna in ottica Europa.

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