lo spunto

Crisi emotiva, ma questo non è calcio

Manuel Minguzzi

Non vorrei sempre trovare giustificazioni agli errori del Bologna, ma quello post Covid non è calcio. Mi perdoneranno i calciofili che non vedevano l'ora di riprendere, però la partita odierna è l'esempio lampante dell'anomalia. Succede, a volte, che i match propongano squadre sfilacciate, allungate, ma Bologna-Lecce nel secondo tempo si è giocata senza centrocampo. Una metà giocatori era da una parte, l'altra dalla parte opposta. In mezzo il nulla. Sembrava, in sintesi, il calcio degli amatori, quello in cui dopo 15 minuti la gente non torna più in difesa e aspetta gli eventi stazionando in attacco e sperando che arriva la palla. Giocare a 35 gradi, con il caldo e l'afa, porta non solo a infortuni ma anche a disequilibri tattici che tolgono l'aspetto strategico delle partite, che forse è l'essenza stessa del calcio. Ha ragione Mihajlovic, speriamo che questo calcio finisca presto e speriamo che riprenda con il pubblico, in sicurezza, allo stadio.

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