lo spunto

Rosa profonda e acquisti di qualità: così è cambiato il Bologna. Ora il futuro: tocca anche a Saputo

La differenza principale rispetto al passato è l’assoluta profondità della rosa, tema che pone l’arrivo di Giovanni Sartori come primo cardine di questo scatto in avanti (il secondo è ovviamente Thiago Motta scelto anche il grande apporto di Marco Di Vaio). Ci sono alternative di qualità in tutte le zone di campo, situazione confermata dai fatti che hanno visto il Bologna marciare spedito anche in emergenza e tuttora, con Arnautovic e Cambiaso fuori, Motta ha potuto far salire dalla panca Dominguez, Orsolini, Zirkzee e Medel. In passato, in alcune circostanze, le riserve sono state Denswil, Antov e Paz dietro, Mbaye, Kasius Djiks e Faragò in fascia, oppure Kingsley, Viola o Baldursson in mezzo, per finire con Vignato, Juwara, Skov Olsen o Falcinelli davanti. Erano i Bologna del ‘numericamente a posto’ che veniva sistematicamente messo in croce al primo infortunio, Medel jolly su due ruoli che si fa male a Benevento, Schouten che salta la prima parte del campionato scorso o Dominguez che abdica con una spalla fuori uso per il ritorno 2021/2022, tutte scelte che si sono ritorte contro, anche per sfortuna, mentre in questa stagione anche a fronte di una moria di attaccanti si è riusciti ad andare avanti. La differenza, per chi la vuole capire, altrimenti pazienza, l’ha sottolineata pure Giampiero Gasperini sabato quando ha parlato di un Bologna più lungo con gli innesti dalla panchina. Avete capito bene, l’ex squadra di Giovanni Sartori, quella che triturava quasi tutti, con meno rotazioni rispetto a quella in cui il Dt lavora oggi. 

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