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Sartori e il delicato compito di far fruttare gli investimenti

Manuel Minguzzi

Ora, detto che Sartori viene qui con grande aspettative e pressione, va sottolineato un aspetto: ci vuole tempo. All'Atalanta i primi due anni furono di 'transizione', quindi è lecito aspettarsi risultati concreti nel medio periodo più che nel breve, ma dall'altro lato Sartori si presenta a Bologna dove è già presente una buona e giovane base tecnica su cui poter costruire. Il neo responsabile può ripartire da qui inserendo il suo metodo di lavoro, fatto molto alla vecchia maniera e sul campo, per produrre una filosofia utile al salto di qualità con la costruzione di un volano virtuoso di investimenti e crescita. E' un sogno o una realtà? Sicuramente non sarà facile, ma la carriera di Sartori parla chiaro e la fiducia nel suo lavoro non può che essere alta. Aver portato un quartiere di Verona in Europa è un biglietto da visita importante, così come aver portato una squadra di fascia medio-bassa come l'Atalanta tra le big del calcio italiano è la conferma delle sue capacità. Sartori ha sempre lavorato in realtà non di primissimo piano riuscendo a valorizzarle fino ai limiti massimi e il Bologna di questi sette anni rappresenta, perfettamente, quella fascia media che attende di andare in Paradiso. Sartori è l'ultima occasione per il Bologna di Saputo e questo genera pressione sulla sua figura, ma è altrettanto vero che se c'è qualcuno in grado di farcela è proprio lui, grazie al suo metodo, alle sue conoscenze, ai suoi collaboratori e all'esperienza di un dirigente che sa come si fa perché lo ha già fatto con grandi risultati. Sartori è la carta giusta per questo Bologna, sfruttiamola.