lo spunto

Incapaci di gestire

Manuel Minguzzi

Ma proprio perché un episodio del genere ti aveva voltato le spalle, e proprio perché la fisicità e la brillantezza cagliaritana avevano portato il Bologna a perdere precisione e lucidità, quando si avvicina la parte finale della partita non sarebbe un delitto diventare più sporchi, brutti e cattivi. Avere cioè quella furbizia necessaria a portare a casa un pareggio che non avrebbe fatto storcere il naso a nessuno. Invece in contropiede, con un erroraccio di Bani, il Bologna prende il secondo, spegnendo di fatto ogni velleità di punti. Forse è questo l'ultimo vero step che manca al Bologna, comprendere cioè i momenti e le situazioni che si creano in partita, capire quando davvero si può osare e continuare con la mentalità votata sempre alla vittoria e quando scegliere di potersi accontentare di un punto. Non significa passare ad una filosofia difensiva, bensì avere la consapevolezza di sporcare il match quando il cronometro lo richiede. Certo, l'attenuante odierna risiede nell'aver giocato a Cagliari senza cinque giocatori titolari tra infortunati e turnover, ma proprio perché fino al 72' il risultato era di parità, lì sarebbe dovuta emergere una maturità di fondo che evidentemente non è ancora nelle corde di questa squadra. E' un peccato, perché globalmente diverse seconde linee del Bologna non hanno disputato oggi una brutta partita, partendo da Schouten, passando per Krejci e chiudendo con Denswil, colpevole solo sul terzo gol nel suo unico errore del match. Bocciarli guardando solo il risultato non sarebbe corretto nei loro confronti, soprattutto perché due delle tre marcature portano la responsabilità di Bani, il migliore fino a domenica scorsa. Da una riflessione su questi aspetti può ripartire la stagione del Bologna, votata alla metà classifica senza particolari rischi di retrocessione ma anche senza particolari possibilità di Europa.

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