lo spunto

Aria di primavera, aria di salvezza. Mercato: Gotti-Miha, comunicazione diversa

Manuel Minguzzi

E allora tanto vale guardare al post partita per cavare qualche spunto degno di nota. Mihajlovic è sempre il solito 'loro un solo tiro in porta, non meritavamo di perdere' sull'analisi del match, ancora più scontato sul futuro 'serve difensore e punta centrale tenendo i migliori, ma non è possibile'. Gotti diverso, ed è qui che ci si può focalizzare. Si è parlato inevitabilmente di De Paul, che il tecnico dell'Udinese, banalmente, considera già pronto per una big, ma il capitolo cessione è stato affrontato in maniera diversa. 'L’Udinese aspetta il momento giusto per cedere, perché non ha necessità immediate, serve dunque anche un certo tipo di mercato per soddisfare le nostre esigenze anche in base al percorso fatto'. Tradotto: vendiamo alle nostre condizioni. Suona diverso da quello che ultimamente è stato ripetuto dal mondo rossoblù, considerando soprattutto l'aver sventolato ai quattro venti, sia da Sabatini che da Mihajlovic, la necessità di cedere per ragioni di bilancio. Non solo, si è detto anche che dipenderà dalle offerte del mercato, che sarà parco (Sabatini dixit) e quindi non è dato sapere cosa succederà e con quale budget si migliorerà la squadra. Qui suona un'altra musica comunicativa, suona più come una forte urgenza di vendere e a cifre stabilite più dal compratore che dal venditore, quindi non al massimo possibile. Udinese-Bologna è finita uno a uno, entrambe si sono salvate ed entrambe venderanno qualcosa in estate, ma ne esce una differenza sostanziale davanti ai microfoni: noi sembriamo impazienti di vendere, loro no. Un po' di impressione la fa.

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