lo spunto

Arbitri, regolamenti e Nicchi: i dubbi restano (con un caso particolare…)

Manuel Minguzzi

In tutto questo ieri ha preso posizione anche il capo degli arbitri Nicchi. Ovviamente c'è stata la strenua difesa dell'operato di Irrati (lo ripetiamo, da linee guida regolamentari ha fatto bene a non dare penalty, anche se il caso sopracitato...) ma sempre con quel tono perentorio e stonato che non ci si aspetta da chi dovrebbe garantire l'assoluto equilibrio di parole e modi. 'Non è rigore - ha affermato Nicchi -, la norma è chiara. L'unico caso in cui non si deve fischiare è quello in cui il difensore tocca la palla con la mano dopo avere fatto una giocata. A chi dice che i regolamenti vengono applicati a seconda del colore delle maglie suggerisco di non andare più allo stadio". Ora, è accettabile la precisazione, anche se regolamento alla mano la posizione del braccio sembra ancora dirimente, ma l'utilizzo gratuito del finale polemico lo è meno. In primo luogo bisognerebbe capire a chi è riferito l'attacco, ma in seconda battuta - in un mondo del calcio che non fa nulla per indurre il pubblico pagante a essere coinvolto e partecipe - è sempre bene cercare di tenersi stretta la platea. Consigliare di non venire più allo stadio, quasi come a dire 'non abbiamo bisogno di voi', rende l'immagine di un mondo autoreferenziale, forte di milioni di tifosi che mai l'abbonderanno ma debole di tanti altri che prima o poi si allontaneranno. Soprattutto se spinti da chi fa parte di quel mondo.

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