lo spunto

Se a sbagliare sono i varisti abbiamo un problema

Gli errori arbitrali non si compensano e la classe di Rocchi deve migliorare: se sbagliano i varisti si mette in difficoltà tutto l'utilizzo della tecnologia. Troppi errori per cocciutaggine o per la sconosciuta dinamica calcistica...
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

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Open Var è uno strumento utile per entrare dentro una sala Var, infilarci in quel sacro contesto arbitrale in cui, finalmente, si riesce a sentire cosa si dicono i sei arbitri designati ad ogni partita di Serie A. Sono in sei ma spesso decide solo uno: o l'arbitro di campo o, più di rado, il varista. Il quarto uomo di fatto deve solo richiamare l'allenatore che ciclicamente esce dalla sua area tecnica, mentre i guardalinee ormai sono esautorati dal loro compito, perché i fuorigioco sono obbligati a segnalarli in ritardo per fare in modo che il Var intervenga, e sulle rimesse laterali c'è sempre un conciliabolo per decidere chi la debba battere, quasi come se il guardalinee non voglia assumersi la responsabilità di segnalare qualcosa. Qualsiasi cosa. Sui falli poi non ne parliamo. E allora è tutto nelle mani del direttore di gara e dei colleghi al monitor, con due evidenti problemi: gli arbitri di campo a volte sono cocciuti e non vogliono farsi correggere e i varisti, dal monitor, spesso giudicano e valutano con il regolamento in mano piuttosto che con il senso della dinamica calcistica.

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