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Si sopravvive lo stesso

Pulgar passa alla Fiorentina (trattativa lunga, con qualche retroscena), ma il Bologna ha le competenze per rinforzare e migliorare il centrocampo

Manuel Minguzzi

Il Bologna perde Erick Pulgar - il pilastro del centrocampo - quasi a metà agosto ma davanti a sé ha tutto il tempo per rinforzare e migliorare il reparto. Perché la storia delle recenti cessioni rossoblù insegna che si può lo stesso sopravvivere al dispiacere di un cambio di casacca, a patto che poi si riesca a reinvestire bene.

Inutile elencarvi i giocatori ceduti recentemente, molto rimpianti, ma che poi hanno deluso nelle loro nuove realtà, piuttosto preferisco concentrarmi sul futuro e su quello che è stata la trattativa tra Bologna e Fiorentina. Oggi Pradè ha ammesso alla stampa come i due club si siano a lungo parlati per Pulgar, e alla fine il prezzo di cessione è di poco inferiore alla clausola ma con la possibilità per il Bfc di guadagnare il 15% sulla futura cessione. Nel mezzo, a quel che risulta al sottoscritto, ci sarebbe stato un tentativo della viola di prelevare il giocatore con uno sconto cospicuo rispetto alla clausola, ma Sabatini si sarebbe negato. Poi la viola, interessata a Pulgar da diverso tempo - con una trattativa iniziata a luglio e che Tbw vi aveva raccontato il 29, quando ancora il nome della Fiorentina non era uscito con insistenza - ha accelerato e chiuso, forte della volontà del calciatore. Già in quella occasione di luglio il cileno aveva aperto la porta all'importante offerta di Pradè.

Una volta trovato terreno fertile presso l'entourage di Pulgar la Fiorentina sapeva che in un modo o nell'altro - trattando o pagando la clausola - avrebbe potuto chiudere il colpo, magari consapevole che il Bologna più di tanto non si sarebbe opposto. Pulgar dunque passa di là dall'Appennino e, esattamente come ha fatto Mihajlovic, gli facciamo i nostri migliori auguri. Ma qui a Bologna ora occorre andare avanti, fidandosi delle competenze della dirigenza che ormai non dovrebbero essere in discussione con la presenza del guru Sabatini. Tra l'altro, che il neo dirigente non si sia strappato i capelli per la cessione dovrebbe essere cosa nota e risaputa, anche perché in quel ruolo l'ex Roma ha già in mente i suoi 'colpi' da portare qui. Uno potrebbe essere Dominguez, ma con l'uscita di Pulgar gli innesti saranno presumibilmente due. In sintesi, pur con il dispiacere di perdere il perno centrale della squadra che tanto bene ha fatto nel ritorno dell'anno scorso, proviamo a guardare avanti con fiducia, o almeno con il tentativo di dare credito al dirigente - Sabatini - che qui tutti aspettavano con ansia. Lui è stato considerato in maniera unanime una garanzia e in questa trattativa che ha portato Pulgar a Firenze ha partecipato in nome del Bologna. Ora imbastirà altre operazioni per rinforzare e migliorare la squadra a centrocampo. Ce la faremo lo stesso a sopravvivere.