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Bologna – Perché accontentarsi?

Manuel Minguzzi

Messo tra parentesi il quinto anno, funestato da leucemia e Covid, dal sesto in poi torno sui miei pensieri di quattro o cinque anni fa. Pretendere qualcosa di più è lecito non per una propensione a rompere le scatole su tutto e tutti, ma semplicemente per dare un senso al grande lavoro svolto da Saputo in questi anni. Strutture, giocatori di proprietà, talento dei giovani, ecc, sono aspetti che prima o poi dovranno portare il Bologna dove merita di stare: appena sotto le big. Perché farlo? Per essere i primi ad approfittare di un passo falso di una delle sette sorelle. Onestamente, è faticoso pensare che con Saputo al timone il Bologna possa al massimo godere di un undicesimo posto o di una quarantina abbondante di punti, dall’altro lato, in questa epoca calcistica, diventa quasi impossibile andare in Europa se si considera il divario che già oggi ha il Sassuolo, dieci punti dalla Lazio, e il bottino di punti medio che serve per andarci (circa 63-66). Ma lavorando bene si potrà approfittare dell’annata storta di qualcuno…

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