lo spunto

Sconfitta salutare (e i detrattori di Destro…)

Bologna battuto a San Siro da una buona Inter. L'assenza di Destro pone interrogativi nei riguardi dei suoi critici, ma i rossoblù possono imparare tanto da queste sconfitte

Manuel Minguzzi

"Bologna timido al cospetto di un’Inter che ha ritrovato una verve che non si vedeva da tempo. Che a San Siro si sarebbero affrontate una squadra in flessione e una in ripresa si era sostanzialmente capito, ma che il match avrebbe perso i due bomber dopo pochi minuti no. Entrambi sostituiti, gli attaccanti principali lasciano i compagni senza un punto di riferimento nel tridente offensivo, se non fosse che l’assetto tattico delle due squadre non trova un equilibrio nel corso della gara: l’assenza del bomber rossoblù si avverte fin da subito lasciando a Floccari il compito (mal eseguito) di accompagnare l’azione in zona d’attacco e intendersi con Giaccherini e Rizzo per finalizzare qualche occasione. Mentre a Sky si affannano nel sottolineare la maggiore rilevanza dell’assenza dell’attaccante di casa, il Bologna butta palloni in avanti ma il peso di Destro nell’economia di gioco rossoblù si è percepita proprio oggi: cioè quando è mancato. Se mancano i due numeri nove, forse chi subirà maggiormente l’assenza è la squadra sulla carta più debole…

"Alla fine della fiera, però, i rossoblù vestiti di bianco capitolano solo per loro demeriti, con due disattenzioni difensive fatali proprio nell’aspetto in cui erano stati perfetti per ventinove giornate giornate. Due gol in 4 minuti su calcio piazzato dopo che per 2500 la difesa non ne aveva subiti. Il calcio è strano…Giusto sottolineare gli errori, ma fino a quel momento, nonostante una delle migliori versioni nerazzurre, la difesa era stata perfetta. Purtroppo nel calcio anche un minimo errore ti può costare caro, paradossalmente Gastaldello ne aveva commesso uno più grave domenica ma il Carpi non ha punito. A volte la caratura dell’avversario incide.

"Sul resto è difficile estrapolare un commento pienamente sensato. L’assenza del numero 10 ha sicuramente inibito la potenza offensiva degli ospiti e il calo mentale della squadra si sta palesando con segnali sempre più concreti. Anche Donadoni lo ha ammesso in conferenza stampa. Non è però una crisi totale, il Bologna non sta mollando gli ormeggi, semplicemente è alle prese con la flessione conseguente ad una grande rincorsa. Quando si risale dal fondo senza mai rallentare arriva sempre il momento in cui si tira il fiato. E’ questo il momento, a cavallo di marzo, che statisticamente presenta il conto a Donadoni: all’affacciarsi della primavera raccoglie meno punti. Nel corso della sua carriera, il mister bergamasco presenta statistiche chiare: buona partenza, ottimo autunno e prima parte d’inverno, calo a marzo e poi finale ancora in crescendo. Anche se non ha improntato lui la preparazione estiva sembra che il canovaccio si stia ripetendo.

"Per quanto riguarda il finale di stagione, si possono tracciare un paio di linee guida. Innanzitutto, occorre comprendere a fondo le condizioni di Mattia Destro. Se la sua assenza sarà breve, e a Pasqua c’è la sosta, allora il Bologna sicuramente riprenderà il filo del discorso chiudendo nella metà sinistra della classifica, se invece l’infortunio dovesse essere più grave la primavera per il Bfc potrebbe rivelarsi durissima. Attenzione dunque quando si critica la punta di Ascoli Piceno, perché quando non c’è la differenza si nota nitidamente. Secondo aspetto: nonostante la flessione il Bologna non molla, una partita come quella di San Siro, una volta subito lo svantaggio, poteva chiudersi con una disfatta. Invece nel finale c’è stata anche la chance di pareggiare. C’è però un dato eloquente, non una statistica ma una impressione: la determinazione. Tante volte sentiamo Donadoni lamentare la mancanza di questo aspetto, proprio per questo motivo stride un po’ con la giovane età della squadra il fatto che manchi quella fame e quella cattiveria per fiondare quella maledetta sfera in fondo al sacco. E’ forse questo il vero step che il Bologna deve imparare ad affrontare e superare se vorrà nelle prossime stagioni attaccare l’Europa. E’ ancora interessante notare come i rossoblù debbano ancora migliorare in tanti fattori, che la squadra non abbia raggiunto il suo apice ma nonostante questo rimanga in partita con tutte le formazioni del campionato. Se un Bfc ancora inespresso nel suo potenziale ultimo non prende vere e proprie imabrcate, significa che quando sarà in grado di giocare ai suoi massimi potrà davvero emozionare. Quello di San Siro non è stato un Bologna irreprensibile, anche perché se lo fosse non avrebbe la nona posizione in classifica e non sarebbe stato in zona retrocessione. E’ un processo di crescita continuo, che passa anche da queste sconfitte.

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