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Per favore, rimborsate il biglietto

Bologna senza anima e cuore a Udine: i 50 tifosi giunti in Friuli meritano il rimborso

Manuel Minguzzi

Un po' Atalanta-Bologna. Da lì in avanti, con un turnover forzato, nacque l'anno scorso la seconda parte della rincorsa rossoblù verso la salvezza. Oggi, a Udine, si spera ne parta un'altra, perché parlare della partita è del tutto inutile. Di fatto il Bologna non ha giocato, ne ha presi quattro come Bergamo anche se dislocati con un minutaggio diverso.

C'è ben poco da dire su un match mai nato, forse mai giocato, sicuramente poco onorato. Il Bologna non è interessato alla Coppa Italia ormai da venti anni salvo qualche sprazzo, e oggi c'è stata l'ennesima conferma. Si potrebbe serenamente rifiutare l'invito e andare avanti, cioè proprio non giocarla. O forse, per il Bologna, le partite di Coppa giungono nei momenti meno opportuni, quando cioè la mente è totalmente indirizzata al campionato. Più o meno accadde così anche con la Juve l'anno scorso, con Spal e Frosinone in vista, partite - si diceva - da vincere. A Bergamo idem, ma allora era campionato e venne data per persa una partita dal pronostico all'apparenza chiuso. A conti fatti, pur con una figura poco edificante, quel turnover servì.

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