lo spunto

Puzza di bruciato (e di vacanza)

Peggior prestazione dell'anno per il Bologna di Donadoni. I rossoblù non hanno messo in campo nulla e i 20mila del Dall'Ara hanno assistito ad uno spettacolo indecente (ed è l'ennesima delusione per Saputo)

Manuel Minguzzi

Il Bologna è bravo nel procacciarsi fischi invece di applausi. I rossoblù riescono a perdere una partita dai tratti 'accomodanti', una di quelle dai ritmi lenti, blandi, in cui il desiderio di far male all'avversario è riposto in spogliatoio assieme al sudore sulla maglia di Padelli. E' valso per il Bfc come per il Toro, almeno fino a che Peres - incredulo - si è ritrovato una prateria davanti decidendo di sfruttarla. L'errore è lì, poi Rossettini fa il resto, Belotti pure.

Difficile dare un giudizio di fronte a una partita di questo tipo, e allora ripropongo le parole di un collega in tribuna stampa 'Il Toro gioca ai 40 Kmh, il Bologna ai 38'. Andamento lento ai massimi termini, i giocatori trotterellavano, attendevano addirittura che gli infortunati tornassero in campo per evitare anche qualche secondo in superiorità numerica. Di conseguenza, il galoppante Peres - che fa della velocità il suo marchio di fabbrica - quando si è trovato davanti quella prateria non ha resistito. E il Bologna? Chissà, magari aveva capito male e pensava che il pareggio fosse scritto, sentenziato da 92 minuti di nulla assoluto.

Donadoni in conferenza ha riproposto il classico refrain basato sul ‘manca cattiveria e convinzione, la sconfitta ci farà maturare’ ma evidentemente non può essere solo questa la spiegazione per un mezzo tiro in porta in novanta minuti. Anzi, il Bologna in area non ci è mai arrivato e catalogare tutto come conseguenza di una convinzione smarrita appare una visione sconnessa dal contesto. La sensazione di una squadra che ha da qualche tempo mollato gli ormeggi inizia a farsi pressante, l’idea che la concentrazione sia stata perduta anche per una serie di vicende interne delicate idem. Non solo, perché la percezione che forniscono alcuni giocatori è quella di una mente condizionata dal futuro. Esempio: Giacccherini, in notevole involuzione, può essere preoccupato per un futuro ancora incerto? Parliamoci chiaro, il Bologna molto probabilmente a 7.5 milioni non lo prenderà mai…

Fino a qui la squadra, ma c’è anche un proprietario che continua a ricevere delusioni su delusioni, soprattutto quando porta la sua famiglia qui. Mi chiedo cosa possa balenare nella mente di Joey dopo aver visto una squadra che ha fatto fatica anche solo ad affacciarsi in area di rigore, lui abituato agli sport americani e allo spettacolo. Si sarà addormentato come chiunque abbia assistito ad una partita soporifera, il problema è che i 20mila che hanno riempito il Dall’Ara hanno pagato un biglietto per un non spettacolo. Euro buttati nel rusco, perché davvero se non ci fossero stati i cori o i petardi della curva tutti avremmo calato un pisolino. Questo non è più entertainment ma masochismo, quello di chi decide di seguire un Bologna che non regala nemmeno un sussulto, un refolo di vitalità, di brio. E’ tutto piatto, sembra il clima vacanziero di chi è all’ultimo giorno di scuola ed ha già preparato sotto il letto la valigia. Forse si esagera ma oggi al Dall’Ara – con quel tepore primaverile – si respirava un clima biscottato di vacanza tra due squadre molto propense al pareggio ma con una delle due autolesionista e troppo convinta in un biscottificio male assortito. Infatti l’ultima prelibatezza ci ha lasciato la tremenda puzza di bruciato, quella di chi si dimentica sul fuoco la pietanza. E così facendo è impensabile che un bambino di 8 anni possa appassionarsi al Bologna, ovvero una squadra che mastica male il pallone e pure i biscotti, una formazione anemica che non regala né gioia né palpitazioni. O almeno non più. Cari papà: se volete avvicinare i vostri pargoli al Bfc fatelo d’inverno, quando ancora si gioca, ci si smarca e si vince. Sembra che i campionati qui in città durino da settembre a febbraio, gli ultimi due mesi sono quelli della tranquillità. La stessa di chi ha la promozione all’anno successivo in tasca e non si sente più in obbligo di mettersi sui libri. E allora si ritiri fuori il manuale del calcio, a pagina 10 c’è scritto ‘il campionato dura fino a maggio, a 40 punti non ci siamo ancora arrivati’.

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