lo spunto

Pensiamo alla Lazio, non a Ramirez: a Joey vogliamo regarla una vittoria?

Se qualcuno se lo fosse dimenticato, oggi si gioca. Tra l’altro una partita non facile contro una Lazio reduce da due vittorie esterne consecutive. Giusto sottolinearlo perché in città non si fa altro che pensare alla trattativa per Gaston...

Manuel Minguzzi

Se qualcuno se lo fosse dimenticato, oggi si gioca. Tra l'altro una partita non facile contro una Lazio reduce da due vittorie esterne consecutive. Giusto sottolinearlo perché in città non si fa altro che pensare alla trattativa per Gaston Ramirez, importante, non lo nego, ma pur sempre fonte di distrazione in un mese di gennaio da sempre complicato da gestire proprio per via del mercato. Tenere concentrata la truppa mentre impazzano rumors, trattative, incontri, smentite, non è facile. Figuriamoci i tifosi, quelli che giustamente sognano l'arrivo di un grande nome o semplicemente del figliol prodigo.

E allora meglio focalizzare l'attenzione sulla partita, perché il Bologna non può permettersi la terza sconfitta consecutiva in casa e non può correre il rischio di essere risucchiato nella lotta salvezza, o almeno vedersi ridurre il margine dalla terzultima. Servono punti, senza se e senza ma, sia per riprendere ritmo, sia per evitare che la squadra si blocchi proprio sul più bello. Donadoni aveva dato continuità ai risultati, ma i recenti stop hanno reso il rendimento del Bologna altalenante e balbettante, aspetto fisiologico dopo lo sprint iniziale, ma pur sempre un fattore da limitare il prima possibile. Le assenze, certo, ma anche un leggero passo indietro a livello di gioco e determinazione. Ecco perché il mercato deve essere utilizzato come risorsa e non come fardello da sopportare in attesa della sospirata fine datata 1 febbraio. Vivere perennemente con l'ansia da acquisto non giova né alla piazza nè tantomeno alla squadra che i giornali e i siti web li legge eccome. Diamo informazioni, è il nostro mestiere, ma il nostro intento non è generare ansia.

Poi ci sarebbe anche Saputo, il santo che non è ancora riuscito a godersi una vittoria dal vivo in Serie A. Un motivo in più per farcela. Che la sua presenza sia da stimolo e non da freno, perché forse l'arrivo del capo supremo fino adesso ha generato ansia da prestazione, una voglia irrefrenabile di vittoria non aiutata da lucidità e raziocinio. Per vincere serve determinazione ma anche testa. Mente fredda e cuore caldo, come va di moda dire. Oppure è semplicemente una coincidenza il fatto che con lui in tribuna la squadra non ha mai vinto. Non parliamo di porta sfortuna, perché un signore che ha investito 40 milioni di euro e ne investirà a breve altri 30 è una benedizione, una vittoria alla Lotteria. E poi, in quel famoso Bologna-Pescara con l'ennesima traversa colpita, seduto sul suo scranno c'era proprio Saputo. Direi che così sfiga non ha portato.

Quella di oggi è una partita importante, non solo perché di fronte c'è pur sempre la terza classificata dell'anno scorso, ma semplicemente perché il fabbisogno di punti del Bologna deve ancora essere soddisfatto. Mica siamo già salvi! Meglio rimanere concentrati e sul pezzo, onde evitare palpitazioni nel finale di stagione. Se il Bologna portasse a termine un ottimo inverno, potrebbe già dalla primavera iniziare a lavorare per la prossima stagione. Magari anche dando più spazio a chi ne ha avuto poco, proseguire con la crescita dei nostri giovani e pianificare con cura il futuro. Ad esempio, Donadoni potrebbe capire fino in fondo su chi si potrà puntare anche la prossima stagione e su chi no. Sembrano banalità, ma raggiungere in anticipo gli obiettivi prefissati significa anche mettersi a lavorare in anticipo sul futuro. Se quest'anno siamo arrivati tardi, dal prossimo potremmo essere più che puntuali. Fa tutta la differenza di questo mondo.

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