lo spunto

Imperfetti, ma vincenti (ed è l’unica cosa che conta)

Vittoria di cuore e coraggio per il Bologna che dopo Roma e Napoli ferma anche il Milan. Giaccherini sugli scudi, Donadoni incisivo con i cambi e riserve all'altezza: il Bologna è squadra

Manuel Minguzzi

Luci a San Siro, le accendono Mounier (con un assist al bacio) e Giaccherini (autore del gol vittoria). Il Bologna dunque torna a regalare emozioni al proprio pubblico, rendendo veritiere le parole di Mirante che alla vigilia si auspicava di fare lo sgambetto alla terza big affrontata da Donadoni dopo Roma e Napoli. Così è andata, al termine di una partita emozionante, combattuta, ribattuta colpo su colpo tra due squadre imperfette, a volte confusionarie. Alla fine l’ha vinta il Bologna per via della sua situazione mentale più favorevole, grazie allo spirito di chi è salito a Milano con l’idea di rischiare anche a costo di gettarla al vento perché effettivamente ci si poteva permettereuna serenità d’animo che il Milan può solo sognare. E’ prevalsa la voglia di vincere piuttosto che la paura di perdere, e questo requisito, questo spirito, per chi lotta per la salvezza è fondamentale.

 

Certo, il Milan, nella fattispecie Cerci, ha sprecato tanto, ma nonostante questo il Bologna ha continuato a gettarsi in avanti, anche grazie al coraggio del mister che ha deciso di inserire Ferrari per Rossettini, ripresentando al contrario la mossa che consentì al tecnico di vincere al debutto contro l’Atalanta. Mentre in quella occasione servì più solidità difensiva – e il Bologna aveva tutto da perdere vista la posizione di classifica – stavolta Donadoni ha girato il coltello nella piaga del Milan inserendo un terzino di spinta, che alzasse il baricentro anche a costo di rischiare qualcosa dietro. La scelta ha ripagato, sfruttando la mente annebbiata e tesa del Milan che non ha permesso quel cinismo determinante in Serie A per vincere le partite. Interessante anche la scelta di Pulgar, inserito in regia al posto di un Diawara stanco, che ha riconsegnato al Bologna solidità in mediana e restituito un giocatore fino a qui enigmatico. Un aiuto anche a Corvino, che ora vedrà riconoscersi più meriti di quanti ne ha ricevuti fino adesso.

 

E’ tutta qui la vittoria? Sì, perché i pugili in campo se le sono suonate ma il gancio vincente porta la firma dei rossoblù, segno di una squadra che può – all’occorrenza – giocarsela a viso aperto. E poi c’è Mirante, che con tre parate da campione ha mandato l’ennesimo segnale a Conte che da oggi inizierà sul serio a prendere nota. Questo è un Bologna che mentalmente è solido, roccioso, combattivo, quello spaurito di inizio stagione è un ricordo lontano e qui, inevitabilmente, si costruiscono i meriti di Donadoni. Ottima la scelta della dirigenza di affidarsi a lui, forse tardiva ma comunque decisiva ai fini di una salvezza che ora vede i rossoblù con ben sette punti di vantaggio sulla terzultima. Sì, peccato per i punti buttati a inizio stagione, ma sono stati il prezzo per avere qui un tecnico preparato, affidabile e pronto per riportare il Bologna dove merita.

 

Detto questo, festeggiato per la vittoria, esultato per lo scalpo prestigioso, non dobbiamo farci traviare dai risultati. Dopo la sconfitta contro l’Empoli abbiamo chiesto almeno tre innesti, non possiamo cambiare idea oggi dopo una vittoria a Milano. I difetti ci sono ancora, sono limitati e meno evidenti ma pur sempre presenti. Semmai, sarebbe necessario sfoltire la rosa, migliorare l’apporto dalla panchina soprattutto in fase offensiva. Donadoni, infatti, ha tenuto in campo il tridente per tutti e novanta i minuti. Bene invece chi è entrato, Marios si è ripreso dopo lo svarione iniziale, Ferrari ha spinto ed è stato decisivo così come Pulgar che ora si candida ufficialmente ad essere il vice Diawara, con buona pace di Crisetig. Insomma, non è tutto da buttare esattamente come pensavamo qualche mese fa, peccato che i risultati non ci dessero ragione.

La chiusura la dedico a Zuniga, giocatore vicino ad approdare in rossoblù. Con l’ingaggio quasi totalmente pagato dal Napoli, il ragazzo può essere utile se fisicamente starà bene. Forse gli ci vorrà un mesetto per ritrovare la forma, ma fornirebbe una valida alternativa sugli esterni, non solo in fase difensiva. Abbiamo vissuto epoche con Zenoni e Garics, ora gioca un terzino adattato: non vedo perché Zuniga non possa servire.