lo spunto

Il calcio è bello perché abbiam Saputo che Zamparini non era adatto (e quel paracadute…)

Il caos totale di Palermo certifica l'oblio di Zamparini, da presidente virtuoso e all'avanguardia ad attore di se stesso. E poi c'è il paracadute...

Manuel Minguzzi

Il calcio è, come forse anche la vita, in mano al destino. Nell'arco della storia di un club i tifosi hanno vissuto epoche diverse, gioia e successi contrapposti a delusione e incazzatura. Il Bologna ha vissuto tutte queste emozioni, specialmente negli ultimi anni si è acutizzata la delusione per una proprietà povera di denaro e idee, con conseguente retrocessione in Serie B. Ma non tutto il male viene per nuocere, perché quel Bfc in difficoltà - quasi sull'orlo del fallimento - aprì le porte all'attuale proprietario Joey Saputo. In fin dei conti, analizzando gli eventi, il Bologna avrebbe potuto ritrovarsi Zanetti presidente (personaggio da sempre contraddittorio) o un Manenti qualsiasi. Bene ma non benissimo.

Così, mentre il Bologna remava e nuotava per non sprofondare, ammiravamo presidenti come Zamparini, capaci di prendere un Palermo in secca per portarlo, nel giro di pochi anni, in Coppa Uefa. Non solo, il patron è riuscito a vestire di rosanero giocatori di livello come Miccoli e Toni, e giovani speranze come Pastore, Cavani e Dybala poi rivenduti a suon di milioni di euro. Quanto lo invidiavamo…Ma molto spesso, quando si è sul baratro, si tendono ad ammirare ed imitare profili all'apparenza fantastici anche se in realtà complicati, poco gestibili e schizofrenici. Zamparini rappresentava un modello a cui arrivare, per risultati, gestione a livello economico-finanziario del club, scouting, ma solo perché non si riusciva ad intravedere una via di uscita per il Bologna. Col senno di poi, con Saputo al timone, abbiamo capito che le nostre speranze potessero essere più consone al nome del club che sosteniamo.

Il calcio è fatto di cicli, e se quello di Zamparini a Palermo è sul viale del tramonto, anche quello di Pozzo a Udine non è più rampante come un tempo. I tempi cambiano, i rampanti siamo noi, gli invidiati siamo noi. Ecco allora che un presidente che cambia sei allenatori in un anno, che sbraita a mezzo stampa contro tutti, meriterebbe di retrocedere. Sembra quasi che Zamparini stia cercando di destabilizzare costantemente l'ambiente, ponendo Iachini nell'angolo per poi accusarlo, se dovesse arrivare la retrocessione, della percentuale maggiore di responsabilità. Sarà l'allenatore che ha abbandonato la barca che affondava. E poi, può un presidente richiamare un allenatore (Iachini), silurarlo di nuovo dopo due partite e contattare un altro allenatore (Ballardini) cacciato via non più di un mese fa con le parole 'si è esonerato da solo'? No. Solo Zamparini, perché ormai il patron rosanero ha deciso di aderire alla macchietta che vediamo davanti ai microfoni. Ha scelto quell'abito, dopo averne vestito uno elegante dieci anni fa con risultati eccezionali. Sono scelte, e meno male che la chiamata verso la famiglia Saputo non è andata a buon fine e il canadese ora ce lo godiamo noi. Ieri Zamparini ha affermato che il Palermo chiuderà a più sette sul Frosinone, ma a più dieci ora c'è il Bologna di Saputo e se continua così il Palermo rischia di sprofondare. Quello che Zamparini non sa è che questa situazione non è da stimolo per i suoi giocatori ma per quelli del Frosinone, i quali sentono l'odore del sangue di una società un tempo virtuosa e ora solo viziata. Il calcio è bello perché anche a Bologna arrivano i Saputo. E poi, quel paracadute raddoppiato per le retrocesse apre la strada a strani pensieri…

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