lo spunto

I diritti tv possono far grande il Bologna, ma cambiare è dura

E' sui diritti tv che il Bologna preme per una grande riforma del calcio italiano. Una ripartizione più equa può facilitare la competizione e gli investimenti. E' uno dei cardini della rinascita rossoblù.

Manuel Minguzzi

Il Bologna ci prova, il club rossoblù si issa a guida di una fronda interna alla Lega Calcio che può spingere la baracca calcistica ad invertire la rotta televisiva. La tesi rossoblù è semplice: troppa disparità tra le tre big del nord (Juve, Milan e Inter) e tutto il resto della pattuglia. Alcuni criteri come il numero (ipotizzato) di tifosi, il bacino di utenza e i risultati storici, spingono gran parte del malloppone televisivo nelle mani delle tre superpotenze calcistiche italiane. A tutti gli altri le briciole anche se squadre come Roma, Napoli e Fiorentina sicuramente riescono a racimolare un bottino superiore rispetto al Bologna o alle piccole del campionato. Pensate, in Premier League la differenza tra la prima in ordine di incasso e l'ultima è di 'soli 45 milioni di euro. Inoltre, nel campionato inglese chi prende meno ,percepisce una cifra attorno ai 90 milioni di euro.

Volete sapere come funziona in Italia? Bene, la differenza tra la prima e l'ultima sfiora gli 80 milioni di euro, la più povera della Serie A non arriva nemmeno a 20 milioni di diritti televisivi, 4 volte meno dell'ultima in Premier. Non solo, tutte le formazioni che possiamo definire di metà classifica, a fatica raggiungono i 35 milioni di euro, una cifra tre volte inferiore se paragonata alle squadre dello stesso livello in Premier League. Si possono fare esempi concreti. Il Southampton, ora nono, come livello paragonabile al Bologna attuale, la scorsa stagione ha incassato 113 milioni di euro, il Bologna, mantenendo questi parametri forse non arriverebbe a 40. Sono 70 milioni di euro di differenza che nella vita economica di un club fanno tutta la differenza di questo mondo. Con 70 milioni in più il Bologna potrebbe rifare lo stadio e acquistare un giocatore di alto livello, giusto per fare un esempio.

E' ovvio che chi ora si gode i benefici di una ripartizione sbilanciata e iniqua premerà per non favorire il cambiamento, ma se il Bologna trovasse l'appoggio (come sembra possa succedere) di Roma, Fiorentina e Napoli, con tutta la schiera di piccole ben contente di incassare qualche denaro in più, allora le possibilità di riuscita aumenterebbero. Non sarà facile, ma solo il fatto che il club rossoblù abbia guadagnato un rispetto tale da poter guidare una sorta di opposizione in sede di Lega Calcio rappresenta un risultato notevole. Per il Bologna, riuscire ad ottenere una ripartizione diversa, può voler dire strappare il biglietto da visita per entrare di diritto tra le big del campionato. Più denaro dalle tv, unito agli investimenti di Saputo, può voler dire più capacità di investimento per il club. Passa anche da questo la risalita del Bologna. Guardando a largo respiro, aumentare la competitività del campionato significa incrementare la capacità delle nostre squadra in campo europeo, in modo da non trovarci a marzo già out da tutte le coppe. Anche chi gode di lauti benefit tv ci pensi.

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