lo spunto

Finire come l’anno scorso per andare in Europa

Manuel Minguzzi

Al netto dell'anomalia stagionale e del virus, la differenza consiste anche e soprattutto nel calendario. L'anno scorso i rossoblù ebbero in sorte un calendario con sei scontri diretti nel finale di stagione in casa, tutti vinti: Cagliari (2-0), Sassuolo (2-1), Chievo (3-0), Sampdoria (3-0), Empoli (3-1) e Parma (4-1). Quelle sulla carta vennero considerate le partite abbordabili su cui costruire la salvezza, e così fu. Poi Mihajlovic ci mise le ciliegine come la vittoriosa trasferta di Torino (2-3) e il trionfo finale con il Napoli (3-2).

In questa stagione il calendario presenta però nel finale contorni diversi. Per esempio, nel fortino del Dall'Ara sono meno le partite 'abbordabili' (anche se poi il Bologna se la gioca con tutte) che oggi possiamo considerare 4: Cagliari, Sassuolo, Lecce e Toro. Altre due sono ostiche, cioè Juve e Napoli. In trasferta invece ci saranno diversi scontri diretti - ovviamente se si parla d'Europa: Parma, Milan e forse Fiorentina, partite non facili e su campi che recentemente non ci hanno dato tanta soddisfazione, a cui si aggiungono match complicati con Sampdoria (in lotta salvezza), Inter (Conte vorrà provarci per lo Scudetto) e Atalanta (partita durissima). Insomma, rifare 26 punti appare una missione complicata, ma dall'altro lato se il Bologna ottenesse buoni risultati negli scontri diretti potrebbe contestualmente abbassare la quota Europa. In sintesi, sulla carta appare quasi un Everest, ma essendo a soli due punti dal settimo posto tutti sono autorizzati a non lasciare nulla al caso per provare a dare un senso al finale di stagione.

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