lo spunto

Difficile da digerire, ma i secondi tempi son sempre un problema

Rossoblù avanti di due reti, ma vengono rimontati. Decisivo Pioli con i cambi e l'espulsione di Masina. Punto guadagnato o due buttati?

Manuel Minguzzi

Salgono a 16 le reti subite dal Bologna nell’ultima mezz’ora. Già questo dato ci fa capire come la ‘ripresite’ permanga e come si potrebbe analizzare il pareggio con la Lazio. Il crollo sembra evidente, anche se in questo caso qualche analisi più approfondita andrebbe fatta.

Chiaro, sopra due a zero un punto alla fine brucia e sta stretto, perché il Bologna celestiale del primo tempo ha lasciato spazio a quello più impaurito e sulle gambe della ripresa. Se poi nella prima frazione fosse arrivato il terzo, adesso i commenti sarebbero di tenore diverso. Possiamo sottolineare il fatto che ai rossoblù servano tre reti per mettere al sicuro una vittoria, ma in Serie A non puoi mai abbassare la guardia. Ecco allora che Stefano Pioli, da buon allenatore, cambia la partita con due sostituzioni azzeccate, Gastaldello prende la febbre e chiede il cambio e Masina commette l’ennesimo errore difensivo. Qui le chiavi di volta, perché l’uscita del difensore più esperto getta nel panico la retroguardia e Rossettini, ormai poco abituato al ruolo di centrale, cicca un intervento abbastanza facile . Masina corre ai ripari in maniera scorretta ma non da rosso, perché Diawara stava arrivando in recupero sulla conclusione. Poi sì, Klose è un volpone e chiaramente non fa nulla per restare in piedi. Ci sarebbe poi un mani di Mauricio, già ammonito, non sanzionato a chiudere la carrellata. Ma tanto è inutile.

Chiusa la sequenza di episodi arbitrali possiamo trarre alcune conclusioni da ciò che si è visto. Fino all’espulsione il Bologna aveva dominato la Lazio nel primo tempo e controllato abbastanza bene nel secondo, anche perché non si può chiedere ad una squadra di mantenere i ritmi iniziali per tutti e novanta i minuti. Non lo fa nemmeno la Juve, che va a sfuriate alternate a ritmi più bassi e improntati alla ripartenza. Tutto filava fino a che, immancabilmente, non arriva l’errore difensivo. Un aspetto su cui anche Donadoni deve continuare a lavorare perché il virus non è stato debellato. A turno qualcuno sbaglia, e il filotto di punti buttati in casa si spiega anche con questa propensione a commettere qualche sciocchezza difensiva. Dal due a uno in poi è stata sofferenza, e considerando l’ultima mezz’ora il punto diventa guadagnato: dalla gioia di averla in pugno, all’amarezza di un pareggio con un bel sospirone di sollievo finale. In altri tempi probabilmente il Bologna avrebbe preso pure il terzo senza colpo ferire, invece oggi abbiamo comunque visto una squadra che continua a lottare anche nelle difficoltà. E’ l’aspetto basilare per una squadra chiamata a salvarsi.

Si potrebbe invece obiettare qualcosina sul mancato ingresso di Donsah, perché davvero alla fine Taider e Brighi non ne avevano più e un muscolare avrebbe fatto comodo. Di sicuro, se l’atteggiamento del Bologna è sempre questo la salvezza non dovrebbe essere un problema. E’ necessario però non abbassare la guardia perché il Carpi ha iniziato a macinare punti e non si può sottovalutare il ritorno della squadra di Castori. Ma se iniziamo a farci prendere dal panico, con un discreto organico e due nuovi acquisti che non sono Ibson e Friberg, allora non usciremo più dal circolo viziato. Di certo c’è che con Delio Rossi le speranze di salvezza erano minime, con Donadoni quasi certe. Non siamo tanto lontani da dove speravamo di essere quando la posizione di classifica recitava ‘ultima piazza’ e probabilmente un pareggio contro la Lazio lo avremmo firmato, ma a conti fatti, un solo punto fatto in casa contro Empoli, Chievo e Lazio è poco. Fermo restando che il rigore concesso ai biancocelesti è lo stesso non dato a noi contro la banda di Giampaolo. Fa una certa differenza. Per il resto, il Bologna deve solo riuscire a portare a casa le partite che ha in pugno, vincerle senza uscire dal Dall’Ara arrabbiati e consapevoli che poteva andare pure peggio…

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