lo spunto

Da Taco a Saputo, da Lopez a Donadoni (passando per Rossi), da Sansone a Destro: ecco il 2015 rossoblù

Stagione intensa, c’è poco da dire. L’annata solare 2015 del Bologna non ci ha annoiato, ci ha proposto tanti protagonisti che, nel bene e nel male, hanno dato il loro contributo al glorioso club rossoblù. Proviamo a ripercorrere qualche...

Manuel Minguzzi

 

Tacopina e Saputo a gennaio sono già ai ferri corti, c’è aria di liquidazione, il canadese è deciso ad issarsi senza troppi fronzoli a capo supremo del club. E’ un percorso travagliato, ma che giungerà a termine in autunno dopo il rischio di una causa legale. Saputo riesce a godersi la sua unica vittoria live al Dall’Ara il 19 gennaio contro il Perugia, grazie anche ad una rete su punizione del neo acquisto Gianluca Sansone, colui che poi risulterà decisivo per le sorti dei rossoblù. L'altra marcatura è di Cacia, su splendido assist di Zuculini, altri due che un certo peso ce l’avranno. Peccato che quella sia una vittoria isolata in mezzo ad una sequenza impressionante di pareggi casalinghi, ci sono poi le sconfitte, una di queste (0-2 con il Vicenza) alla presenza anche di papà Lino in tribuna. E’ l’inizio della fine, quantomeno per il tecnico Lopez che pare non essere stato in grado di gestire l’avvento dei nuovi acquisti e del direttore Pantaleo Corvino. La società prova a resistere con Lopez, tenta di raggiungere con lui la promozione per poi avere possibilità di scelta sull’allenatore del futuro, quello del ritorno in Serie A. Il tracollo di Frosinone però fa scattare la fatale decisione, presa da una sorta di riunione fuori dagli spogliatoi del Matusa da Corvino, Di Vaio, Fenucci e Saputo, Tacopina si era già allontanato dall’impianto. E’ il segno chiaro ed inequivocabile della rottura tra chairman e presidente, le decisioni le prende Saputo.

Tocca dunque a Delio Rossi, una soluzione di urgenza che obbliga il Bologna a vincolarsi ad un allenatore non tra le prime scelte in caso di promozione. Non si può prendere un allenatore a tre giornate dalla fine e non inserire una clausola di rinnovo automatico in caso di promozione. Siamo in Serie B ma la decisione coinvolge anche l’ipotetica Serie A. L’impresa del secondo posto è ancora fattibile matematicamente, ma è durissima. Qualche speranza il Bologna ce l’avrebbe con tre vittorie consecutive, ma arrivano i pareggi con Avellino (rigore sbagliato da Acquafresca) e Pro Vercelli (in superiorità numerica), si chiude al quarto posto con la vittoria interna sul Lanciano, un vantaggio che per il Bfc si rivelerà decisivo. Ai playoff si parte infatti dalle semifinali, con il fattore classifica che annulla quello delle reti siglate in trasferta. Infatti, pur perdendo 2-3 nel ritorno con l’Avellino, i rossoblù, grazie a Da Costa e alle traverse, passano il turno. Castaldo chiude in lacrime, il pubblico applaude sportivamente una squadra coriacea e ben allenata. Decisivi Acquafresca, autore di un bel gol, e soprattutto Cacia, con quella palombella fantastica da trequarti campo. Se siamo in Serie A è anche per merito loro, nonostante i due abbiano disputato una stagione a singhiozzo.

La finale è inutile ripercorrerla, sappiamo tutti com’è andata e sappiamo come (tra regular season e playoff) Gianluca Sansone si possa considerare il vero match winner del Bologna. Gol fondamentale al Partenio in semifinale, stoccata di sinistro al Dall’Ara contro il Pescara nella finale di ritorno. Sansone ha fatto innamorare i tifosi con le sue bordate con la mancina, un acquisto azzeccatissimo – decisamente più di altri – che tutti si aspettavano di rivedere anche in Serie A. Invece no, la Samp chiede troppo per il riscatto, Corvino in estate parte con un budget ridotto che poi Saputo amplierà, non ci sono margini di manovra. Sansone va al Bari, al sottoscritto rimane la sua maglia firmata poco prima della finale di ritorno al termine di quell’allenamento a porte aperte al Dall’Ara. Rimarrà un cimelio storico.

Il resto è storia nota, festa in Piazza Maggiore, calciomercato, l’inizio del ritiro monco con mezza squadra assente, un fattore che Rossi pagherà ad inizio campionato assieme a scelte errate che porteranno il Bologna ultimo in classifica. Al posto di Cacia e Sansone ci sono Destro e Giaccherini, uno è la brutta copia del bomber che è stato, l’altro è sempre infortunato. Si grida allo scandalo, al mercato insufficiente, invece basta cambiare allenatore e il Bologna risale fino a metà classifica, con Destro in rete 5 volte in 6 partite. I giudizi cambiano, non è poi tutto così traumatico e tragico. Il Bologna passa dal numero 11 di Sansone al 10 di Destro, i rimpianti lasciano spazio ad un minimo di gioia e di entusiasmo, coronati dalle zuccate di Rossettini, uno dei più criticati ad inizio stagione. Ecco il 2015 rossoblù, ma è stato dimenticato qualcuno. Sì, perché è corretto menzionare tre ragazzi che tanto hanno dato alla maglia nonostante la mancata conferma in questa stagione. Matuzalem, decisivo ai playoff giocando zoppo, Karim Laribi, criticato, ma decisivo con le sue reti per mantenere il Bologna nelle parti alte della classifica e Casarini, un ragazzo d’oro, attaccato alla maglia come pochi e che si è sbattuto come un ossesso nonostante il suo futuro fosse già deciso. Avrebbe potuto tirare i remi in barca, preservare il suo fisico in vista di una chiamata estiva da altre società, invece ha lottato, sudato e lavorato per il bene del Bologna. Tutto questo nonostante un accordo già fatto con il Carpi rotto dal cambio del direttore sportivo in terra carpigiana. Ora Casarini punta ad una nuova promozione con il Novara, inutile nascondere che se la meriterebbe. Il 2015 è finito, si riparte alla Befana con il Milan a San Siro, una partita non facile, contro una squadra che ha mostrato timidi segnali di ripresa. Non sarà facile allo stato attuale delle cose, ma chissà che con qualche nuovo acquisto non si possa sperare in un colpo grosso alla scala del calcio. Peccato che il mercato apra il 4 gennaio, le tempistiche sono ridottissime…

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