lo spunto

Contro il Chievo la più difficile, ma vale tantissimo

La posizione di classifica sorride, ma la prossima sfida interna contro il Chievo sarà la più complicata della gestione Donadoni

Manuel Minguzzi

Meno male che Donadoni ha risollevato il Bologna e per fortuna, dal terzultimo posto con quattro punti in meno del Frosinone, i rossoblù sono risaliti sette lunghezze sopra la zona retrocessione. Dopo la vittoria di Milano, arriva il Chievo al Dall'Ara in quella che sarà la partita più difficile dell'anno. Diverse le assenze per i rossoblù, oltre a tanta stanchezza dopo la battaglia di San Siro alla ripresa del campionato.

Se contro l'Empoli l'assenza di Diawara ha inciso, contro il Chievo potrebbe non esserci nemmeno il suo sostituto naturale Crisetig, anche se il ragazzo ha ripreso ad allenarsi con il gruppo. La scaltrezza di Donadoni vuole che in quella zona di campo sia salita alla ribalta un'altra candidatura, quella di Erick Pulgar che già a Milano è entrato con il piglio di chi non ha paura di nulla, nemmeno di un cambio di ruolo. E dire che con quel fisico, con quell'andatura, la sensazione che il ragazzo potesse giocare in zona più centrale c'era tutta. Ma Rossi, ad inizio stagione, aveva visto in lui una mezzala.

Non solo, perché le assenze totali saranno sei, e con Rizzo e Brienza infortunati la squalifica di Mounier azzoppa il tridente. Rimangono Giaccherini e Destro, con Falco che a questo punto si candida per un posto domenica a meno che, vista l'emergenza totale, Donadoni non cambi modulo. Ma probabilmente non può farlo, non può inserire la seconda punta perché Acquafresca non convince, Mancosu pare destinato ad altri lidi (e quando è entrato non ha impressionato) e Floccari vive da emarginato in casa a Sassuolo. Se le assenze di Maietta e Diawara, in un modo o in un altro, possono essere tamponate con successo, quelle di Brienza e Mounier no. Franco dava qualità in mediana, e anche a San Siro qualche imprecisione in fase di ripartenza si è vista, mentre il francese teneva in piedi il 4-3-3 che tanto bene ha fatto con Donadoni. E poi il francese è pure diventato uomo assist.

Di fronte un Chievo in forma, quanto meno pimpante se si considera la rimonta operata ai danni della solita distratta Roma. Da qui la difficoltà del match, ma se vissuto con l'entusiasmo di chi arriva da una vittoria alla Scala del calcio, e con la consapevolezza che la classifica sorride dando alla squadra una serenità insperata due mesi fa, allora le cose possono cambiare. Dove non arriva la tecnica può arrivare l'euforia, la gioia, la positività del momento. E poi c'è la grinta e il coraggio che Donadoni ha infuso alla truppa, aspetti che rendono il Bologna una squadra solida e che scende in campo senza paura. Altrimenti a Milano non vinci, così come non vinci a Genova. E' la prova del nove del Bologna, come lo fu quella contro l'Empoli, perché davanti non avremo una squadra sfilacciata e sfiduciata come il Milan, ma una formazione quadrata e ostica e che fa dei risultati chirurgici i suoi punti di forza. E' la chance per il Bologna di abbandonare definitivamente la lotta salvezza, la possibilità di dare una dimensione totalmente nuova alla stagione.

Peccato che gli infortuni e le squalifiche si siano palesati ora, con due turni casalinghi tutto sommato non impossibili. Dopo il Chievo, c'è la Lazio dell'ex Pioli che naviga in un periodo di appannamento da cui fa fatica ad uscire. Servirebbe forse a Donadoni qualche nuovo acquisto, e Zuniga anche nel tridente offensivo non ci starebbe mica male. Poi Floccari, separato in casa, ma in questo caso, i tentennamenti del Sassuolo potrebbero essere dettati dal fatto che il 24 giocherà a Reggio proprio contro il Bologna. Sai mai che i rossoblù vincano pure al Mapei Stadium - finora imbattuto - con un gol di Floccari...

tutte le notizie di