lo spunto

Che bello sarebbe…giocare in un nuovo stadio!

Saputo accelera sulla riqualificazione del Dall'Ara, pronto il progetto di Zavanella. I tifosi sognano, ma qualche inghippo potrebbe ancora esserci

Manuel Minguzzi

Suggestivo lo stadio di Fiume. E' in riva al mare, esci dall'impianto e ti fai un tuffo. Come annegare brutti ricordi in caso di sconfitta casalinga. Leggevo il Corriere ieri, scrive che Zavanella potrebbe essersi ispirato a quello per riqualificare il Dall'Ara. Linea dalle forme sinuose, quasi fosse un'automobile, a Fiume necessarie per ridurre l'impatto dell'aria con la struttura ed evitare scoperchiamenti. D'altronde, il paesaggio in riva al mare è fantastico, ma c'è tanto vento.

Folate così sferzanti al Dall'Ara non ce ne saranno, ma si può prendere spunto da Fiume per creare una copertura leggera ma al tempo stesso stabile. Ci siamo. Si dice che il progetto sia praticamente ultimato e che Saputo lo presenterà alle istituzioni e alla Soprintendenza al suo primo ritorno in Italia. E' la prova del nove. Il Comune non creerà ostacoli - ha sempre spinto per la riqualificazione - più difficile sapere cosa potrebbe decidere la Soprintendenza. Si sa, ci sono vincoli architettonici da rispettare, un paesaggio da immortalare e conservare il più possibile come è ora. Esempio? Una copertura potrebbe oscurare la visuale della Basilica di San Luca da determinate prospettive. Se così fosse la Soprintendenza come si pronuncerà? Poi i cittadini, gli abitanti della zona, che con i vari comitati potrebbero muoversi...

Saputo ci prova, ha tutto pronto e vuole al più presto dotare il Bologna di uno stadio moderno, senza rinnegare la tradizione dei mattoni rossi del Littoriale. Saremmo davvero curiosi di vederlo il progetto, come sia stato possibile fondere il rosso dell'antichità con il grigio - se sarà così - dell'innovazione. L'altra curiosità è l'interno, non gli spalti ma gli spazi che da fuori non si vedono. Ho parlato con Zavanella quando venne a Bologna per la presentazione del primo restyling, mi disse chiaramente che il problema più grosso del Dall'Ara è la sua struttura su più piani, questo limita gli interventi in alcune zone. Infatti, all'interno ci sono le scale, per trasferirsi da un piano all'altro, dalla tribuna agli spogliatoi, passando per la sala stampa o le aree ospitalità. Zavanella ammise chiaro e tondo che durante l'estate fu fatto un miracolo in poco tempo, ma dall'altra parte l'architetto lasciava trasparire la voglia di lavorare su un progetto difficile ma che può risultare stupendo. Si leggeva il desiderio di un professionista di cimentarsi con un lavoro stimolante per quello che può essere il risultato finale. E attualmente lui è uno degli architetti più preparati in tema di impianti sportivi. Siamo in buonissime mani.

L'altro inghippo è rappresentato dai lavori in sé. Il Bologna non vuole trasferirsi altrove durante la ristrutturazione, vorrebbe dire seguire la strategia dell'Udinese che ha continuato a giocare al Friuli. Serviranno due anni di lavori, due campionati in cui il Bfc giocherà con un pubblico monco limitando un po' il fattore casalingo. Poco importa, quello che conta è capire se i lavori saranno talmente invasivi da imporre un trasferimento oppure se davvero si potrà continuare al Dall'Ara. Vedremo. Resta inoltre la curiosità relativa alla pista d'atletica. Ora è stata coperta da un manto verde che sicuramente rende più legante l'impianto di via Andrea Costa, ma l'ideale sarebbe riuscire ad eliminarla definitivamente per avvicinare gli spalti al campo. Onestamente, Tribuna e Distinti risentono in maniera minore della problematica, mentre le curve, con il raggio della pista, risultano distanti. Sarebbe bello poterle avvicinare, in modo tale da avere uno stadio 'all'inglese'. Che bello sarebbe giocare davvero in uno stadio nuovo, che bello sarebbe avere le curve ad un passo dal campo. Il tifo caldo, e civile, propizia risultati positivi. Senza barriere: solo tifo.