la voce del tifoso

Smile, you’re on camera

Non c’era nulla da ridere, come mai avevo la stessa espressione?

Redazione TuttoBolognaWeb

"Minuto 8 (otto) della ripresa. Il Bologna è sotto di due goal. Il quarto uomo alza la tabella dei cambi: 10-7. «Il Bologna sostituisce il numero 10, Mattia Destro, con il numero 7, Bruno Petkovic», scandisce lo speaker ad un attonito Dall’Ara. Destro si avvia verso la panchina con un mezzo sorriso stampato sulla faccia. Si siede. Fine.

«Il sorriso di Destro al cambio? Non va bene, domani gli chiederò il perché l’ha fatto». Beh, caro Donadoni, il perché di quel ghigno lo dovresti cercare sul volto dei tifosi rossoblù sugli spalti. Perché pure noi avevamo lo stesso sorriso - tirato - anche se non c’era nulla da ridere. Perché nessuno ha compreso quella sostituzione. Fammi capire, al minuto 8 (OTTO) della ripresa, togli l’unico uomo che può essere pericoloso, che per 53 minuti ha sostenuto una lotta solitaria fra i difensori bianconeri. Sullo zero a due in casa, davanti ai tuoi tifosi, nella gara più sentita della stagione, metti sù uno che non ha mai tirato in porta da quando è a Bologna, uno che se sa fare bene una cosa, è quella di fare sponda, mettere dentro qualche bel pallone, e richiami in panchina l’unico che quella sponda, quel pallone messo dentro, lo può ricevere. Il tutto per lasciare sul prato verde un attaccante diciottenne - che hai fatto giocare terzino - e che non l’ha mai vista. Scusate, ma cos’è cambiato in quegli otto minuti dopo l’intervallo rispetto al pregresso? Ma soprattutto, cosa poteva cambiare quella sostituzione, qual’era il piano tattico per riavviare il motore rossoblù? Ma forse era una resa, sul Dall’Ara sventola bandiera bianca.

Va bene, contro questi qui si può perdere, senza fare tante polemiche e drammi, specie se scendono in campo con il piglio che dovevamo avere noi: brutti e cattivi. Raddoppi continui sul portatore di palla, pressing, corsa, ritmo. Il Bologna? Non pervenuto, sembrava un’amichevole. Benino nei primi 25 minuti, un tiro con Donsah - unico della gara -, poi il goal con gentile collaborazione di Mirante. Da lì in poi, spariti dal campo, zero, non abbiamo mai passato la mediana. Del resto se i due esterni d’attacco giocano sulla linea dei difensori, diventa difficile offendere. Non credo che sia semplice per Verdi essere determinante se gioca a sessanta metri dalla porta. E non è un caso, non è solo la forza degli avversari a determinare certe situazioni, mi chiedo il senso di giocare con tre attaccanti se due devono ricoprire un ruolo non loro. A volte si può anche cambiare modulo.. o no? La loro forza, il gap tecnico è palese, indiscutibile, ma quello che ha dato fastidio è la determinazione che LORO hanno messo in campo e noi no.

Ma tanto i veri problemi di questo Bologna non sono quelli di non avere un gioco, di non tirare mai in porta, di perdere spesso e volentieri davanti al proprio pubblico, di essere poco determinato. No, il problema è che giochiamo con squadre che hanno un fatturato più grande del nostro. Poi il Verona rifila tre pere al Milan - che nervoso! -, ma è ovvio che nella città del panettone, il fatturato sotto Natale si impenni. Le enormi figuracce - per non usare altri termini - contro il Frosinone, il Verona già retrocesso, l’Empoli che dopo aver vinto contro di noi è andato giù a piombo, il Crotone e quella memorabile figura di «me, aah, aah, aah» - come canta Levante - con il Cittadella in Coppa Italia, come le spieghiamo? No, quelli sono incidenti di percorso, fanno parte della crescita… ma questa crescita avrà mai una fine?

Forza Bologna, sempre! Non sorridete che Donadoni si incazza...

MATTEO RIMONDI

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