la voce del tifoso

Siamo tutti Willy Wonka: “Alle uno di noi”

di Rosanna D'Atri

Redazione TuttoBolognaWeb

Ebbene sì, adoro raccontare delle storie. Che sia sport o argomenti affini, il mood è quello in cui le persone decidono di mettersi a nudo, giocando, e realizzando a volte alcuni sogni che mai avrebbero immaginato potessero portare tanto entusiasmo.

La mia domenica, quella in cui sai già che dovrai sopportare i gobbi (tutti abbiamo delle serpi in seno), quella in cui sai già che dovrai soffrire e renderti conto che il salto di qualità lo dovrai rimandare, e se mai arriverà non sarà certo contro di loro, svolta all’intervallo. Un piccolo ometto, con la canotta bianca che gli arriva quasi ai piedi, ci saluta dal dischetto del rigore e quasi senza rendermene conto mi ritrovo a saltare ed esultare come avesse fatto gol Verdi. Alessandro, 10 anni, figlio ribelle di una generazione di juventini doc, insacca nell’angolino basso riuscendo  laddove molti non inquadrano neanche lo specchio, compiendo un’impresa che non è solo quella di far gol ma soprattutto quella di far esultare la parte rossoblù del Dall’Ara contro la Juventus.

Alessandro, per tutti Alle, non gioca a calcio. Alle, pur essendo nato negli anni d’oro in cui i miti non sono certo i vari Destro, tifa BFC, la squadra della sua città, quella città che ha accolto la sua famiglia juventina capitanata da un padre tifoso che corre allo Stadium ogni volta che può. Padre, che pur di vedere il figlio felice e sereno, si è abbonato al Dall’Ara condividendo con Alle le tappe del suo essere tifoso rossoblù, lasciando che l’amore per questi colori prosegua in modo spontaneo e sincero come solo la fantasia di un bambino riesce a trasformare in magia. Quella magia che tutti noi ricerchiamo nella vita e che spesso perdiamo nel corso degli anni. Ma quell’ometto ha reso il clima disilluso di domenica più sopportabile, e come se fosse Charlie, protagonista della Fabbrica di cioccolato, ha trovato il biglietto fortunato per realizzare un sogno che mai dimenticherà: segnare ed esultare sotto la SUA curva. Con una semplicità disarmante, ringraziandoci per il coro a lui dedicato, ha alzato le braccia e ci ha salutati di nuovo, con la gioia negli occhi di chi sa che tra qualche anno sarà lì in mezzo a noi ad urlare e vivere la vita mossi da una passione che non avrà mai fine.

Vuoi mettere, a 10 anni, sapere che nessuno ricorderà l’ennesimo TOT a 0 subito ma tutti avranno quell’immagine di un coraggioso bambino, nato nel 2007, che non tifa per Higuain o Dybala ma per Masina e Pulgar? La Bulgarelli si è sciolta ai tuoi piedi Alle, adesso vai e insegna ai gobbi della tua famiglia che vuol dire segnare al Dall’Ara, una curva capace di far sentire un bimbo sconosciuto il prossimo pallone d’oro.

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