la voce del tifoso

Lista Verdi + 10.000

di Rosanna D'Atri

Redazione TuttoBolognaWeb

Gli amici sono sempre una fonte d’ispirazione notevole e questo titolo è tutta farina del loro sacco, proprio da qui parto per fare alcune considerazioni che prendono in esame il microcosmo rossoblù che mi circonda e arrivando a quell’abbraccio che molti non avrebbero voluto vedere. Non siamo mai d’accordo su niente, o quasi mai almeno, praticamente uno spaccato privato di tutto quello che succede in ogni chat, in ogni bar e in ogni discussione social che ha come elemento principale la parabola discendente del Bologna per quel che riguarda lo “spettacolo” a cui vorremmo assistere.

C’è la sponda anti tecnico che snocciola dati e statistiche, che mira al cambio in panchina non tanto perché Donadoni non rispecchia il burlone da osteria che tiene banco in conferenza stampa, le loro ragioni  hanno come elemento fondante la non capacità del nostro mister di portare un valore aggiunto degno di nota, di essere tatticamente una sventura e anche quando la prestazione non fa così schifo o si vince, vedi contro il Verona, subentra quel senso di frustrazione che a metà aprile non si può proprio tollerare e giù di ricordi di quando si lottava per la UEFA o di prestazioni stile Roma contro il Barcellona. Poi ci sono i democristiani, quelli che accettano di tifare per una squadra che galleggia a mezz’aria e non ti da mai la sensazione di poterti vantare realmente con chi è più sfigato di te perché in cuor loro sanno, nonostante tutto, che chiunque preferisca trovarsi al posto di Crotone o Benevento deve aver preso qualche sostanza chimica i cui effetti sono ancora in circolo e che alla domanda “ma non ti sentiresti più vivo?” lottano contro la voglia di urlare “fatti vedere da uno bravo”. E poi ci sono gli ottimisti per natura, quelli che provano a leggere tra le righe di un abbraccio convinto di chi tira la carretta. Quelli che preferirebbero sì sorseggiare champagne e vedere fuochi d’artificio ogni volta che si tocca palla ma che hanno il brutto vizio di essere ben ancorati con i piedi a terra, che guardano ai fatti e non ai vaffa costanti per vedere se quel signore canadese ci eleverà davvero dalla mediocrità così come ha fatto tirandoci fuori dalle sabbie mobili in cui eravamo precipitati.

Insomma, la mia variazione sul tema settimanale riguarda tutti noi, gruppi di amici che si siedono allo stesso tavolo prenotato da chi si carica sulle spalle il resto del gruppo perché è l’unico che prenota davvero e non ci fa morire di fame in attesa che se ne liberi uno. Una lista di persone che si riconosce in una o più situazioni, in una comunità, che si dispera e gioisce alla velocità della luce e che si getta tra le braccia di quella persona con cui forse non va sempre d’accordo ma a cui riconosce il merito di non mollare. Una persona che trascina gli altri 10 e fa la differenza quando è in campo e quando prende posizione. Qualunque sia il nostro pensiero non sottovalutiamo i gesti eclatanti di una persona mai eccessiva che sembra aver voluto dire “vi fidate dei miei piedi, fidatevi anche del mio giudizio”.