La sosta per le nazionali è quanto di più insopportabile ci possa essere. Ormai non solo ci priva del weekend di Serie A con partite che, fateci caso, tendono a interessare sempre meno, ma ora anche con nuovi scandali e nuovi episodi di cronaca che disegnano un mondo in cui vivere è estremamente difficile. Tornare al calcio giocato è complicato perché ci sarà sempre il retro pensiero del 'e adesso che nomi usciranno?', in un perenne reality show che nulla avrebbe a che fare con la delicatezza del tema e della eventuale portata dello scandalo. Si tratta il concetto di ludopatia con enorme leggerezza, si tratta il tema scommesse più con l'ossessione dello scoop e dei soldi facili piuttosto che con la professionalità dovuta alla sacralità del mestiere, si tratta l'intera vicenda con la spettacolarizzazione dei contatti, delle visite, dello share. Insomma, tutto il contrario. Rimanere lucidi nella visione delle cose in mezzo a questo caos ben orchestrato dai soliti noti è affare ingarbugliato, e infatti nessuno ci riesce. Ci sono i giustizialisti, i garantisti, i moralisti, ci sono i giudici e tribunali social che si sommano a quelli televisivi, mentre nessuno cerca di comprendere a fondo il problema. E se non si fa questo non si potrà trovare una soluzione. Se si vuole ripulire il mondo del calcio serve ritrovare l'educazione dei ragazzi e per farlo occorre andare in profondità e non attendere che il guru di turno faccia il countdown sui nomi in ballo.
lo spunto
Si torni al calcio giocato, se si può: la spettacolarizzazione è un danno. Il Bologna alla prova Frosinone
La spettacolarizzazione fa solo un danno ulteriore alla vicenda scommesse, tornare al calcio giocato sarà difficile. Serve chiarire un concetto: scindere i ludopatici dagli scommettitori