lo spunto

La Juve non è un modello

Manuel Minguzzi

Il discorso fatto con la Juve può essere fatto con qualsiasi altro club che dovesse ricadere in una nuova indagine, perché il calcio si sa, è una macchina delicata e i suoi bilanci ancora di più, perché condizionano la sostenibilità delle società, incidono sulle iscrizioni ai campionati e sul Fair Play Finanziario europeo. In attesa che si faccia luce su tutto, eventualmente anche su altri club oltre la Juve, occorre ricordare come anche a livello sportivo il modello bianconero si sia accartocciato su se stesso in tempi rapidi. I nove scudetti rimangono, ma alcuni di questi sono stati vinti quasi senza avversari (milanesi in de profundis, romane altalenanti) mentre appena il livello si è alzato, cioè il ritorno di Milan e Inter e un Napoli ancora più competitivo, i trofei hanno cominciato a scarseggiare. Negli ultimi tre anni sono stati cambiati tre allenatori, passando da filosofie opposte per ritornare al punto di partenza, cioè quell'Allegri che venne sostituito dal giochista Sarri per attaccare la Champions e poi da Pirlo. Il risultato sono due scudetti a Milano e una serie di eliminazioni sempre più precoci in Europa, il tutto con un bilancio dal 2018 in poi, cioè quando Marotta ha capito che l'affare Ronaldo sarebbe stata una condanna, sempre più in rosso.