lo spunto

33 punti: mistero o risorse tecniche importanti?

In città quasi non ci si capacita dei 33 punti raggiunti nonostante il brutto gioco: e se il Bologna avesse della qualità non riconosciuta?

Manuel Minguzzi

Il Bologna ammazza le piccole e si presenta con 33 punti in classifica, un bottino di tutto rispetto considerando i dati allo stesso punto della stagione scorsa. C'è chi pensa sia un miracolo (vista la debolezza della rosa), c'è chi pensa sia grande merito del tecnico e c'è chi pensa che invece le qualità tecniche la squadra le abbia: dove sta la verità?

Andiamo con ordine. In questa Serie A, e più in generale da quando sono stati introdotti i tre punti a vittoria, vincere è molto più importante che pareggiare. In termini di classifica, pareggiare sei volte può essere segno di imbattibilità, ma si fanno gli stessi punti di chi ne perde 4 in fila e poi ne vince 2. In sostanza, mentre una volta il pareggio aveva una valenza fondamentale (1 punto contro i 2 a vittoria), ora vincere le partite giuste consente un aggiustamento della classifica degno di un chirurgo. Batto chi devo battere e faccio un sacco di punti. I due anni e mezzo di Donadoni sono più o meno questi. Il cinismo dei rossoblù al cospetto di chi sta sotto in classifica è encomiabile e negli ultimi due anni la classifica è stata costruita grazie a questo. Ma qui casca anche la contraddizione. Sì, perché in città c'è il partito degli scontenti del mercato, quelli che sottolineano sempre come i giocatori delle rivali siano sempre migliori dei nostri.

'Il Sassuolo ha la difesa migliore della nostra, anche a centrocampo sono più forti'. Poi il Genoa, inspiegabilmente diventato il Barcellona 'de noantri' perché dietro ha Spolli e Rossettini, sull'esterno Laxalt, in mezzo Bertolacci e davanti Pandev in versione Messi e Galabinov in versione Suarez. Ma allora, se sono tutti più forti di noi, perché poi veniamo definiti 'ammazzapiccole'? Il Genoa è più forte o fa parte della schiera delle piccole? Misteri...E allora proviamo un po' a girare il discorso. Non è che forse la rosa del Bologna presenta le giuste qualità per vincere determinate partite, soprattutto perché siamo noi a essere meglio degli altri? Se il Bologna vince contro il Real Genoa senza i due migliori giocatori della squadra, non è che forse è più forte di quel che viene detto? Parliamoci chiaro, tanti altri club farebbero carte false per avere Mattia Destro riserva, e lo stesso discorso vale per Godfred Donsah in mediana, Di Francesco e Orsolini sugli esterni. La sostanza è questa, pur con diverse assenze, il tecnico Roberto Donadoni può pescare consistenza dalla panchina. Poi certo, diverse operazioni di mercato son state sbagliate. Chi lo nega? E allora probabilmente le risposte possono essere semplici. Il Bologna spesso ottiene vittorie contro le 'piccole' grazie a giocate personali o al talento dei suoi attaccanti, e il dato di 33 punti è sicuramente importante di fronte al non gioco della squadra. Questo perché ha qualità maggiori rispetto ai suoi avversari. Ma perché fatica con le big? Forse perché contro squadre più forti la giocata personale non sempre riesce (vuoi per difensori più forti di fronte o per una forza maggiore generale dell'avversario) e probabilmente per fare risultato serve a quel punto una cosa: giocare meglio. Non a caso, i 5 punti ottenuti in questa stagione contro le squadre posizionate più alte in classifica sono arrivate anche con una discreta qualità di gioco. Ottimo primo tempo col Toro alla prima di campionato, ottima partita con l'Inter poi e buona prestazione con la Samp nel 3-0 al Dall'Ara. Anche Napoli è stata una partita indicativa. Il Bologna ha giocato bene e meritava di uscire con punti dal San Paolo, ma di mezzo si è messo Mazzoleni. Insomma, la qualità del gioco non è un orpello calcistico, ma un punto di partenza importante per poter fare risultati anche contro pronostico. Contro tutte le altre formazioni può bastare un Mattia Destro che fruga nella spazzatura dell'area o un Pulgar che disegna una parabola su punizione: e si vince anche senza Palacio e Verdi.

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