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Djordjevic: “Il virus preoccupa molto. Ripartire senza pubblico non ha senso”

Redazione TuttoBolognaWeb

L'ex giocatore del Partizan ha poi parlato di come si stia vivendo a Bologna la quarantena: “Da un paio di settimane sono chiusi tutti i negozi, bar, ristoranti e sono aperti solo supermercati e farmacie. Noi sportivi professionisti, come da decreto, possiamo andare a fare il nostro lavoro, anche perché la nostra palestra è di proprietà del club, mentre tutte le altre palestre comunali sono state chiuse. Questa settimana, però, per la prima volta abbiamo preso la decisione di tenere i giocatori a casa, con un programma da svolgere individualmente. Io non sono uscito per tre giorni, oggi ho fatto la fila davanti al supermercato. Per entrare ho aspettati mezz’ora e poi sono tornato a casa. Fortunatamente la mia famiglia è con me qui a Bologna, mia moglie e la mia figlia piccola; mia figlia grande, che studia a Madrid, ha preso l’ultimo volo per Belgrado e adesso è lì. È una cosa difficile da raccontare a parole: c’è gente che muore tutti i giorni, 600-700 persone. È un numero ma non è solo questo: la realtà è che le persone muoiono.”

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