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La rabbia di Lopez: “Non tollero mancanze di rispetto”

Un Diego Lopez così non si era mai visto. Alla vigilia di Avellino-Bologna il tecnico rossoblù si è infatti presentato in conferenza stampa con l’ascia di guerra, ma non per il susseguirsi di voci su una panchina in...

Luca Lollini

Un Diego Lopez così non si era mai visto. Alla vigilia di Avellino-Bologna il tecnico rossoblù si è infatti presentato in conferenza stampa con l’ascia di guerra, ma non per il susseguirsi di voci su una panchina in bilico: “Stamattina ho letto un articolo in cui si parlava di un incontro segreto tra me e Corvino durante Parma-Cagliari: questa è una bugia e una mancanza di rispetto verso Filippo Fusco, al quale peraltro avevo chiesto i biglietti per la partita”. Prosegue: “Potete dire che sono scarso, potete dire che sono inadatto ad allenare il Bologna, potete dire che sono in bilico, ma non accetto che vengano dette delle bugie: non ho avuto nessun incontro con persone che non siano della società, queste sono cattiverie e mancanze di rispetto”. E a chi lo definisce inesperto, coglie l’occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa: “Ero inesperto quando mi ha preso Cellino con il Cagliari che aveva due punti, e l’allenatore ero io non Pulga. Ho fatto ottanta punti in due stagioni di Serie A, l’anno scorso sono stato mandato via che la squadra era già salva”. Da parecchi giorni, se non settimane, si parla di un’ipotesi esonero, ma ieri sul sito del Bologna è arrivata la difesa da parte di Fenucci: “Fa piacere, ma io non mi sono mai sentito abbandonato dalla società come invece avete detto voi” dice riferendosi ai giornalisti presenti, per i quali ha pure un altro appunto: “Con lo Spezia si è parlato solo del gol subito alla fine ed è sparito del tutto il bel calcio che abbiamo giocato. Sabato scorso – continua – abbiamo recuperato giocando a calcio, non facendo a pallonate, e si è parlato solo del brutto primo tempo. Questa squadra va rispettata e aiutata di più, perché sta facendo bene”. Un’offensiva dura e lucida da parte del mister, che prendendo a schiaffi la ridda di voci cerca di riportare con decisione l’attenzione sul campo.

Perché c’è l’Avellino da affrontare domani, la prima di tre gare in poco meno di dieci giorni: “Nei numeri è una gara simile a quella di Catania, perché anche l’Avellino in casa è molto forte. Non sono in un grande momento, ma possono venirne fuori”. Dal canto suo il Bologna dovrà fare molta attenzione, sui calci piazzati in particolare: “Dovremo limitare gli errori in quel frangente: contro il Frosinone abbiamo sofferto i blocchi su due calci piazzati simili, e questo non va bene”. Tornerà Matuzalem a rinsaldare un centrocampo che sabato scorso ha accusato notevolmente la sua assenza: “Porta esperienza, in più detta i tempi e fa girare la palla. Col Frosinone – spiega – ho scelto di mettere Casarini in mezzo perché le mezzali devono correre il doppio, e avremmo sofferto ancora di più. Io voglio che le mezzali e i terzini attacchino gli spazi, e che le punte stiano dentro l’area”. Nonostante questo credo, però, gli attaccanti del Bologna sin qui hanno siglato solo otto reti: “Ma l’unica gara in cui Cacia non ha avuto chance di segnare è stata l’ultima, in cui non ha giocato bene. Nelle altre ha sempre avuto almeno un’occasione, per questo insisterò con le due punte”. Non solo con le due punte, ma con l’intera struttura usata sin qui: l’unica vittoria nelle ultime sette partite, quindi, non fa vacillare le convinzioni di Lopez: “Non cambio niente, perché c’è da migliorare ma la strada è quella giusta. Per vincere – afferma – bisogna giocare a calcio, e noi stiamo giocando a calcio”. E, oltretutto, senza distinzioni tra casa e trasferta: “Non ci deve essere differenza, dobbiamo andare a giocare a calcio ovunque”.