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The Saputos

di Rosanna D'Atri

Redazione TuttoBolognaWeb

Poteva andare tutto storto, è la consapevolezza da cui partire per analizzare il successo del Ferraris. Clima infuocato, con la squadra di Juric sul piede di guerra pronta a bloccare l’assalto della banda rossoblù felsinea per accreditarsi in campionato prima della pausa. Eppure, i genoani non innalzano barriere, se la giocano faccia a faccia permettendo a Donadoni di trovare le contromisure per colpire, come fanno i migliori strateghi, concedendo a Simone Verdi lo spazio per fare un po’ quello che gli pare in qualsiasi zona del campo e come nelle migliori tradizioni delle antiche battaglie per la supremazia, il BFC soffre ma ne esce vincitore con un gol che neanche lo Sky Tech di Adani ha saputo spiegare usando la logica.

Poteva, appunto. Il campo ha detto altro, per intercessione divina o no, l’Argentina è protagonista anche a Genova e il vecchietto dal dubbio gusto estetico in fatto di acconciature, ci regala la più bella delle perle da mettere in repertorio da quando è qui umiliando la beata gioventù di Laxalt e Perin, che di capelli orrendi se ne intendono tanto quanto il trenza. Brutti, sporchi e cattivi, esattamente quello che ci si aspetta in uno scontro sportivo dove vince chi la mette dentro e, attingendo alla genialità che ci regalano le migliori serie tv, “the Saputos” battono “the Preziosis” in astuzia – sia lodato il velo del messia, ops Mattia – aggiudicandosi la terza vittoria in trasferta consecutiva e mandando un segnale chiaro a chi ancora è convinto che la rosa del Bologna e l’acquisto di Palacio non siano all’altezza delle aspettative. L’ha detto anche il buon Joey, le critiche non disturbano ma effettivamente rendono complicato il lavoro se fatte a caso aggiungo io. Un esempio, oggi, è doveroso. In un calcio in cui gli addetti ai lavori si concedono il lusso di consigliare a una determinata società sportiva di creare una commissione “per studiare tutte le partite e dimostrare che non c’è uniformità di giudizio” (ma veramenteeeee?) a seguito di una sacrosanta decisione presa, che solo Mauro non ha capito, perché mai i vari critici della domenica bolognese dovrebbero esimersi dal puntare il forcone ogni volta che ne hanno la possibilità? La tattica marzulliana del fatti una domanda e datti una risposta non funziona, quando non si ha niente di sensato da dire bisognerebbe tacere e godersi lo scatto di un 35enne, la protezione di palla di un 23enne snobbato, le percussioni e il recupero di gente come Poli mai sopra le righe e sempre sopra la sufficienza.

Ma siamo a Bologna, città che senza minarne l’efficienza nonostante 3 giorni di divieti e blocchi accoglie il Papa dopo 20 anni, città esigente che ha fatto della vera democrazia uno stile di vita, città che pretende la perfezione in quella che è una grande passione per i colori rossoblù. Non saremo ancora perfetti ma I Saputos sono lì, come lo scorso anno, nella parte sinistra della classifica e giocano da squadra molto più di altre che hanno speso il triplo e lottano per altri obiettivi.