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Quante chance ha il Bologna di qualificarsi per l’Europa?

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Lo scorso anno la squadra di Motta è andata vicino all'Europa, questo potrebbe esse l'anno buono?
Redazione TuttoBolognaWeb

Gli appassionati sportivi che seguono pronostici e statistiche legate alle scommesse della champions online sarebbero ben contenti se, guardando alla lista di partite infrasettimanali di coppa, riuscissero a scorgere un nome insolito come quello del Bologna: già, nonostante la squadra emiliana non compaia nella lista di chi ha vinto più Champions League, in passato i rossoblu non solo si sono laureati più volte come campioni d’Italia, ma sono riusciti anche a togliersi discrete soddisfazioni oltre confine. Certo, vista la dimensione attuale della squadra e il passato glorioso ormai lontano diversi anni, è inevitabile che associare il nome del Bologna Calcio a quello dei palcoscenici europei appare antiquato: la scorsa stagione però ci ha raccontato altro.

Il sogno Conference League sfumato in primavera per il Bologna

La scorsa primavera il Bologna infatti è andato vicino a un’impresa che avrebbe cambiato anche la percezione di queste settimane dei rossoblu: gli emiliani infatti nell'ultima parte dello scorso campionato hanno avuto la concreta opportunità di balzare davanti alla Fiorentina. Una posizione che, unita alle difficoltà della Juventus prima penalizzata e poi squalificata dalla UEFA, poteva portare a una storica qualificazione. I passi falsi però di Empoli e Verona, hanno purtroppo vanificato l'approdo in Conference League. Il Bologna infatti è riuscito per settimane a esprimere un gioco corale e di livello assoluto che ha messo in difficoltà diverse avversarie di prima fascia in Serie A, valorizzando dei talenti su cui in pochi avrebbero scommesso a inizio stagione e che poi si sono rivelati giovani non solo dalle grandi prospettive, ma anche dal grande presente (e occasioni di mercato in uscita per una proprietà che resta sempre attenta ai bilanci).


Thiago Motta, una guida moderna che può fare la differenza

Una delle grandi chiavi della svolta bolognese siede in panchina e risponde al nome di Thiago Motta, un allenatore moderno che la stampa italiana aveva bollato troppo presto come “fuori dal mondo” dopo che in una delle sue prime interviste parlò dei famosi sei attaccanti che voleva schierare e che agli scettici avevano ricordato le prodezze tecniche di un indimenticabile Oronzo Canà - “allenatore nel pallone”, interpretato negli anni ’80 al cinema da Lino Banfi. Thiago Motta invece è un tecnico coraggioso e in grado di portare avanti le sue idee con convinzione, tanto da far sbocciare e fiorire un progetto rimasto inevitabilmente scosso da quanto accaduto a Sinisa Mihajlovic - storico giocatore degli anni ’90, diventato poi allenatore di primo livello e che a Bologna ha scoperto prima di essere malato, combattendo per anni (e dando l’esempio ai suoi ragazzi) fino al momento in cui è stato costretto ad alzare bandiera bianca e ad arrendersi a un male più forte di lui.

Una storia umana e personale che ha catalizzato le attenzioni su un personaggio eclettico come il serbo, togliendo però riflettori e meriti a un progetto tecnico che nel frattempo è continuato a maturare - portando oggi il Bologna a vestire i panni dell’outsider di lusso, non più preoccupata dall’essere risucchiata in zona retrocessione, ma curiosa di guardare cosa può accadere più avanti. Le difficoltà della Roma ad esempio aprono spiragli inattesi in testa alla classifica, guardando ai piazzamenti d’onore: per il Bologna in questo autunno è obbligatorio ragionare tenendo bene a mente che il sogno Conference League e qualificazione europea in generale non solo è alla portata, ma potrebbe diventare realtà tra qualche mese.

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