Per il classe 2003, studiare è un dovere per potersi costruire un futuro per quando la carriera da calciatore sarà conclusa:
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Gazzetta – Fabbian: “Abbiamo una gran voglia di giocare, l’Europa? Noi proviamo sempre a vincerle tutte”
"Ho fatto le superiori seguendo l'indirizzo del liceo scientifico sportivo, prima a casa e poi presso la scuola dell'Inter. Preso il diploma di maturità mi sono iscritto a Economia e Commercio. Mi interessano le materie, ho già dato tre esami. Calciare e pensare non sono due termini in contraddizione. Nel calcio ci vuole talento, che è una forma di intelligenza istintiva, ma pure capacità di ragionamento, visione di gioco, scelta dei tempi, disciplina tattica. Tutte cose che hanno a che fare con il sapere. Ecco, io non sento una frattura tra quello che faccio in campo e quello che mi spinge a capire i libri universitari. Studio quando posso, quando il lavoro mi consente di farlo. Lo sento come un dovere e non mi dispiace affatto farlo. Mi sembra di non sprecare tempo. So che la carriera di un calciatore non è infinita e che bisogna crearsi una seconda strada per il dopo".
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