'L'insostenibile leggerezza dell'essere' di Milan Kundera sembra un po' calzare a pennello per la situazione attuale del Bologna. Una sorta di schermo dietro cui celare la realtà dell'esistenza, che non è poi così tanto leggera. Bene, questo Bologna è davvero pesante, nel senso che il tassametro delle sconfitte corre e nessuno sembra in grado di prendere provvedimenti. Anzi, spesso nei post partita sbuca proprio quello che schermo che cerca di nascondere la pesantezza esistenziale della squadra spacciandola per innocua leggerezza.
lo spunto
L’insostenibile leggerezza delle sconfitte (e di Donadoni)
Settima sconfitta nelle ultime nove, il Bologna rianima anche l'inter ma il ritornello donadoniano è sempre lo stesso. Di questo passo il campionato diventa lungo e insostenibile
Veniamo al dunque. Esattamente come in tante altre occasioni, il Bfc fa uscire dalla crisi l'avversario di turno. In questa fase, ad esempio, la squadra perderebbe anche contro il Chievo. Mettiamoci poi il golazo di Karamoh, chiaramente alla sua prima marcatura in Serie A come Gabigol. Fino a qui nessuna particolare novità. Non lo è nemmeno lo spartito del match: un discreto Bologna, al cospetto di una Inter rivedibile e senza il suo miglior giocatore, riesce anche ad attaccare nonostante la doppia inferiorità numerica, ma puntualmente perde. Anche qui tutto di vecchio. Poi il Var, ma pure qui siamo alle solite. Insomma, la pallavolo in area non è consentita ma a turno i nostri avversari hanno una deroga speciale. Amen. Partita decente del Bologna, ma ancora zero punti, soliti errori difensivi, soliti errori arbitrali e solite scelte sbagliate di Donadoni...
Veniamo dunque al punto focale, il mister. Chi ancora sostiene che il lavoro del tecnico non sia da scandagliare con dovizia di particolari, probabilmente sbaglia. Passi andare a San Siro a far la lotta con Palacio prima punta, ma la gestione dei cambi, come sempre, lascia a desiderare. Con essa, anche qui nulla di nuovo, l'ostracismo inspiegabile verso il miglior cannoniere della squadra. E allora, pur accettando l'undici iniziale (che aveva portato all'intervallo la squadra sull'1-1) perché mai le sostituzioni sono così indigeste al mister? Punto primo, Mbaye ammonito e nervoso diventa un giocatore da togliere immediatamente. Punto secondo, un Orsolini in evidente difficoltà andava probabilmente cambiato prima, invece da un suo errore scaturisce il 2-1. Punto terzo, una volta sotto 2-1 perché oltre a Falletti non è stato inserito Destro? Misteri della fede...Tant'è che nel finale il Bologna ha 3 occasioni ma chiaramente non ha il bomber in area. Chissà che il giocatore da 5 gol nelle ultime 11 partite non ne avesse fatto uno anche oggi. Però, si sa, il calcio è strano, e spesso lo sono anche gli allenatori. 'Quando si fa una sostituzione non contano sempre i gol fatti in precedenza da un calciatore, c'è la lettura delle partite, l'avversario, le situazioni', parole di Donadoni. Quindi niente Destro, nonostante sia quello che più di altri si fionda preciso all'appuntamento col pallone. Gol di testa a Verona in mischia, lesto a sfruttare lo scivolone di Cacciatore, ancora più bravo sul pari col Cagliari interno, puntuale sul cross di Verdi col Benevento. La contraddizione di Donadoni è evidente: in conferenza ripete il solito ritornello 'dovevamo essere più decisi nei pressi della porta' poi quello che spesso fruga nella spazzatura dell'area viene lasciato in panchina...Insomma, il rapporto ormai è consumato, ma già domenica, senza Palacio squalificato, Donadoni partirà con Avenatti titolare? Restano dunque 5 sconfitte nelle ultime 6, 7 nelle ultime 9, dati che al mister forse interessano poco ma che in società dovrebbero in un mondo normale contare. Sarà così? Il succo è che con questo andazzo il campionato diventa lungo, lunghissimo...
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