lo spunto

Una Dea, ma è il Bologna

Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 

Non è stato un Bologna perfetto, soprattutto nel primo tempo, ma sono bastati due cambi a Motta per capire come invertire l'inerzia e la squadra ha risposto con 20 minuti di grande calcio, ritrovando se stessa e appoggiandosi agli uomini di maggior talento. Zirkzee, anche in una serata meno scintillante, piazza un tacco che vale il rigore, poi trasformato, Saelemaekers ha spaccato il match e Ferguson ha segnato una roba alla De Bruyne (perdonateci il paragone azzardato). Stupisce la tranquillità del Bologna nelle situazioni più difficili, stupisce perché la squadra non perde la testa quando va sotto e appena ritrova un paio di trame mette immediatamente alla corda l'avversario. Il Bologna oggi è progetto calcistico che mette paura perché sai che appena comincia a macinare gioco può segnare in qualsiasi momento. D'altronde, sei vittorie consecutive non si vedevano dal 1967 e questo rappresenta la storicità del momento e il merito encomiabile è di chi ha costruito questa macchina, partendo dal vertice, passando per la dirigenza fino ad arrivare all'ultimo dei magazzinieri. Ovviamente, però, gli applausi più grandi sono dei giocatori, portatori sani e fieri di una passione cittadina felicemente ritrovata ad alti livelli.

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