lo spunto

Una Dea, ma è il Bologna

Bologna come una Dea, anche a Bergamo il segno di Motta su un percorso scintillante. Il sogno continua
Manuel Minguzzi
Manuel Minguzzi Caporedattore 
Una Dea, ma è il Bologna- immagine 1

Il Bologna appare una squadra in missione, ma non lo è per un colpo di fortuna, incroci irripetibili o episodi. E' una squadra in missione perché ha mentalità, gioca a calcio, vince e dà l'impressione di essere sempre in possesso delle proprie facoltà, rendendo credibile la sua prestazione anche quando il risultato è avverso. E una squadra che tende sempre a rimontare, tra le migliori in A per punti raccolti da situazione di svantaggio, ha per forza un potere intrinseco, qualcosa dentro che le altre non hanno, qualcosa di speciale che rasenta l'onirico. Di fatto, la Dea è il Bologna. La vittoria di Bergamo ha un peso specifico enorme ed è un risultato che va ben oltre lo scontro diretto. C'era la difficoltà di un avversario che ha cercato di mettere in campo la sua miglior versione, ma l'aspetto che balza agli occhi è come il Bologna l'abbia girata con qualche accorgimento, come una monoposto a cui cambi un paio di regolazioni e la vedi fare la pole position. Motta è l'ingegnere di questa Formula 1 che ha una capacità di svilupparsi e migliorarsi degne di una Red Bull, perché quando il mister cambia e ottiene una immediata risposta significa che le regolazioni funzionano e il progetto è nato bene.

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