lo spunto

Perché con Sartori e Motta si può sognare

Manuel Minguzzi

Le premesse iniziali erano complicate e lasciavano presagire ad un anno di transizione, basato più sull’evitare rischi che sul salto di qualità. Serviva un saldo positivo di mercato, e Sartori lo ha portato a casa con tre cessioni, serviva rimpiazzare i partenti e allungare la rosa per non ricadere nelle problematiche del passato, fatto, e soprattutto serviva trovare la giusta soluzione post Sinisa, e con Thiago tutto è andato a dama. Tutte le scelte sono state dunque azzeccate, con la straordinaria capacità degli uomini di mercato di costruire una rosa competitiva, partendo da tre sacrifici necessari, e trovando anche il modo di creare una rosa profonda che stimolasse la competizione interna e facesse salire il livello di tutti. Finiti i tempi del ‘chi mettiamo al posto di Dominguez con una spalla sola’ e finiti i tempi del jolly Medel da utilizzare alla bisogna come difensore o mediano, salvo poi spaccarsi alla prima partita a Benevento lasciando in panne due reparti su tre. Finiti i tempi del Kingsley prima riserva, anche lui subito rotto, o quelli di Viola per gli ultimi cinque minuti di partita. Con massimo rispetto per entrambi, nel calcio esistono le categorie e domenica, senza Arnautovic e Cambiaso, il Bologna ha fatto salire dalla panca Orsolini, Dominguez, Soriano, Medel e De Silvestri. E’ tutta un’altra musica.

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