lo spunto

Perché con Sartori e Motta si può sognare

Il Bologna si aggrappa a Sartori per il salto di qualità totale, e a Motta per amplificarlo: finalmente c'è un'area tecnica che produce calcio

Manuel Minguzzi

Perché con Sartori e Motta si può sognare- immagine 1

Il rendimento di Thiago Motta è sotto gli occhi di tutti. Quaranta punti alla ventottesima Joey Saputo non li aveva mai raggiunti, al massimo trentasette in due occasioni, e nelle ultime venti partite, cioè praticamente un girone intero, il Bologna sarebbe sesto con 34 punti. Significa che se il campionato fosse partite venti giornate fa i rossoblù sarebbero in piena corsa europea, un po’ come l’Atalanta sbucata quasi dal nulla con la coppia Sartori-Gasperini. Lontani sono i tempi delle polemiche per l’esonero di Mihajlovic, con le lodi a De Zerbi che aveva rifiutato di venire, lontani sono i tempi dei fischi del Dall’Ara per un pareggio interno con la Samp o una sconfitta con l’Empoli, infatti nelle ultime tre partite le presenze medie sono andate ben oltre alle 25mila unità, con un ritrovato e benedetto entusiasmo. Tutto nuovo, tutto diverso, tutto migliore. E sotto la lente di ingrandimento, con accezione positiva, c’è l’allenatore, ormai considerato da tanti un predestinato e con un futuro luminoso tra Inter o Psg (forse più la seconda dopo la gavetta a Bologna). Ma il lavoro della dirigenza? Giovanni Sartori e Marco Di Vaio sono stati la miccia di questo salto di qualità.

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