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Il Bologna ora è la pecora nera

Redazione TuttoBolognaWeb

I cicli, terminano a prescindere anche se le cose vanno bene. Mi era giunta voce attendibile che Saputo non avesse più da mesi un buon rapporto con Sinisa. Ora, un datore di lavoro, ha il diritto e dovere di mantenere contatti quotidiani o quasi, con i propri dirigenti e collaboratori. Passi con un magazziniere o un giardiniere, ma con Miha, si sarebbe dovuto far sentire con una certa costanza. Allora mi chiedo e mi son chiesto: “Perché arrivati a giugno, le strade non si son divise per il bene di tutti”? Esonerarlo dopo 5 giornate con gli ultimi acquisti arrivati una settimana fa e dopo un pareggio di La Spezia e non una sconfitta, ha dato l’impressione di una società che aveva già deciso da tempo di intraprendere una strada diversa. Fenucci e Sartori erano d’accordo di proseguire con Sinisa e, fosse per loro, il mister avrebbe avuto l’ultima chance contro Fiorentina ed Empoli, entrambe al Dall’Ara. Esonerare Mihajlovic è stata una scelta difficilissima ma legittima. Oramai, faticava ad essere presente con il giusto piglio, con la stessa carica che lo aveva contraddistinto ad inizio avventura a Bologna. Molti giocatori in campo erano spaesati e fuori ruolo; penso a Soriano e a Barrow, dove domenica al Picco ha giocato trequartista e non sapeva se rientrare o restare in attacco. Con la squadra faticava a relazionarsi e De Leo e Tanjga cercavano di sopperire alle mancanze perché giocoforza, un soggetto malato, è costretto a concentrare le proprie energie per la propria salute. Scelta legittima l'esonero, ma forse con tempi e modi sbagliati.