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Ma non saremmo a Bologna se non trovassimo il modo di rovinare anche un record. L'affondo, voluto, di Thiago Motta nei confronti di un collega ha il sapore amaro dell'evitabile, a maggior ragione dopo una bella stagione e 54 punti fatti. Fare polemica in una situazione di gioia non ha avuto nessun senso alcuno, se non proprio quello di esternare una rabbia recondita che il mister evidentemente covava dentro da tempo. Ma sarebbe stato decisamente meglio parlarsi di persona piuttosto che finire pubblicamente con una polemica che nulla di positivo può dare al Bologna, se non gettare in pasto all'opinione pubblica il giornalista di turno, reo di aver fatto il proprio mestiere. E ovviamente si può essere in disaccordo con le posizioni e le tesi di tutti, ma i modi restano sbagliati e macchiano il lieto fine. Perché non glissare? Perché, inoltre, non dire chiaro e tondo 'io resto'. Di fatto, Motta ha ripassato la palla nelle mani della società nonostante due incontri con Joey Saputo, come se ancora non ci fosse la parola fine alla telenovela. Ha anche disegnato contorni poco nitidi, parlando di imbeccate nei confronti dei giornalisti con accuse che, lanciate in aria così, potrebbero essere riferite a chiunque in società. E' stata strategia? Se aveva colto nel segno chiedendo chiarezza e trasparenza oggi è stato lui a rendere tutto più nebuloso. Che peccato.

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