editoriale

Un girone con Donadoni! Nazionale? Ingiuste le voci in questo momento della stagione

Dopo un intero girone con Donadoni è davvero visibile l'importanza del cammino che ha portato i rossoblù al nono posto. Ma la Nazionale incombe in maniera credibile, in un momento non positivo.

Matteo Ragazzi

Era il 29 ottobre: il giorno della presentazione ufficiale di Roberto Donadoni. Sei punti in classifica, situazione tragica e per certi versi assurda considerando il potenziale ancora inespresso della rosa a disposizione. Pochi giorni dopo la prima uscita ufficiale, in casa contro l'Atalanta: 3-0 e tanti sospiri di sollievo. Da Bologna – Atalanta ad Atalanta – Bologna, da 6 punti a 36 in un solo strepitoso girone, una crescita costante ed esponenziale, tant'è che la parola magica salvezza non viaggia più da tempo sotto i nostri portici.

Mi piacerebbe che da qui a maggio non si parlasse solo di salvezza”, affermazione furtiva che però fece sobbalzare tutti dalla sedia. Un girone dopo, in realtà, possiamo ritenere che il coraggio e le intuizioni di mister Donadoni siano state ampiamente ripagate. E non possiamo parlare esclusivamente di risultati, perché sarebbe riduttivo e forse ingiusto nei confronti del lavoro svolto da un intero staff e dalla rosa rossoblù. Fiducia e autostima i punti focali della medicina inizialmente somministrata dall'ex tecnico del Parma, le due vittorie con Atalanta ed Hellas hanno contribuito a far decollare prima del previsto un percorso record: grande intuizione quella di schierare Rossettini terzino, consentendo a Masina di esprimere tutta la propria qualità in fase offensiva, così come allungare le rotazioni e concedere minuti importanti a calciatori persi o già definiti come flop. Taider e Mbaye su tutti, ma anche Destro e Giaccherini hanno beneficiato alla grande della cura del nuovo medico rossoblù. Poi le prestazioni super contro le big del campionato: Roma, Napoli e Milan su tutte. Il resto è storia recente: attenzione da parti dei media generalisti, la partnership con Sky, il nono posto in campionato. Le dinamiche nello sport sono cambiate radicalmente e sarebbe da sciocchi mettersi le mani davanti agli occhi per illudersi di non guardare in faccia alla realtà: un buon allenatore è prima di tutto un ottimo motivatore, perché le conoscenze tecniche e tattiche assodate di Delio Rossi non hanno prodotto benefici ad una rosa giovane e costruiti in tempi dilatati, inserendo quindi tutte le problematiche che ne derivano.

Tutti questi successi non potevano viaggiare sotto silenzio a lungo, oltre alle continue voci (non sempre veritiere) riguardo cifre e calciatori rossoblù già dati in partenza, si aggiungono sempre più rumorose anche quelle attinenti ad un cambio di guida tecnica. Milan e Nazionale, con l'ultima opzione fresca fresca per via dell'addio di Conte post avventura europea.

Le considerazioni possono essere svariate a seconda dei punti di vista. La prima è molto personale: fatico a vedere un allenatore in forte ascesa come Donadoni sulla panchina di una nazionale gloriosa ma in declino dal punto di vista del talento quando può contare su un club blasonato, su una società presente e di primo ordine, con piani di crescita anche nell'immediato periodo. Perché a questo punto non ci si può prendere in giro a lungo: la stagione prossima potrebbe vedere il Bologna in lotta, o sensibilmente più vicino, alle zone che consentirebbero l'aggancio alle competizioni europee grazie ad un paio di innesti di valore e già affermati. Al contrario, la Nazionale offre un lavoro saltuario e arricchito di difficoltà per via dell'ostracismo dei club italiani.

Secondo punto forse ancora più a carattere personale: certe voci non rischiano di destabilizzare la squadra e lo staff, sono professionisti pagati e abituati a gestire situazioni simili, ma una città intera che pare finalmente aver trovato un suo equilibrio e vede in Donadoni uno dei perni su cui poggiarsi per la proria resurrezione sportiva.

A due mesi dalla fine del campionato trovo ingiusto questo toto-allenatore, Donadoni e il suo staff ha ancora tantissimo da fare.

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