editoriale

Tre punti che hanno il profumo della salvezza e con la Juve divertiamoci

Grande prova di carattere alla "Dacia Arena". 33 punti e una posizione tranquilla. Con la Juve a cuor leggero e senza l'obbligo del risultato: sarà la nostra arma in più.

Lorenzo Romandini

Devo dire che la partita di domenica è stata una delle più divertenti e vivaci di tutto il campionato per il Bologna in trasferta.

Tante occasioni per le due squadre.

I primi 30 minuti di gioco abbiamo collezionato almeno 3/4 palle goal davvero nitide, dando per tutta la durata di questi minuti, l'impressione di essere vivi, aggressivi e presenti in campo.

Abbiamo fatto noi la partita poi ovviamente complice anche un campo pesante per la pioggia e la stanchezza che incombeva, abbiamo lasciato il pallino del gioco, per l'ultima quindicina di minuti, all'Udinese.

I Bianconeri a fine primo tempo hanno rischiato davvero di scrivere 1-0 sul tabellino di gioco, ad impedirlo, come per l'occasione di Tello contro la Fiorentina, la manona destra di Da Costa (e in più questa volta il palo). Théréau era già pronto ad esultare dopo il suo colpo di testa da posizione ravvicinata ma Da Costa si è superato.

Ovviamente non solo l'Udinese ha rischiato di andare in vantaggio nel primo tempo, anzi per i primi 30 minuti, il pareggio al Bologna stava molto stretto.

Infatti dopo la punizione di Destro, il palo di Mounier, il colpo di testa di Donsah la partita sembrava indirizzata verso un unico possibile risultato.

Il secondo tempo è iniziato sulla falsa riga del primo, ovvero un'Udinese vogliosa di portare a casa i 3 punti.

Il problema è che Colantuono non aveva fatto i conti con Mattia Destro che dopo aver addomesticato una spizzicata di testa del suo compagno Floccari (i due quando giocano assieme si trovano a meraviglia) e dopo aver fatto a sportellate con due difensori, lasciandoli a mordersi le caviglie tra di loro, ha insaccato il pallone sul primo palo.

Non solo quindi fisicità e voglia di gonfiare la rete ma anche l'intelligenza del grande attaccante di scegliere di concludere sul primo palo.

Dalle immagini infatti si vede molto bene come Karnezīs sia per un millesimo di secondo invogliato a buttarsi sulla sinistra (solitamente infatti gli attaccanti tendono ad incrociare il pallone).

Mattia Destro invece sceglie il primo palo, lasciando poche speranze al portiere greco che ormai con quella esitazione nel movimento verso sinistra era già in ritardo ancora prima dello scoccare del pallone.

La squadra bianconera però reagisce e prima del fischio finale dell'arbitro crea due occasioni davvero invitanti:

prima, da un fallo su Hallfredsson davvero molto generoso, nasce la punizione che porterà al colpo di testa di Felipe, fortunatamente stampatosi sul palo (dopo la famosa San Traversa, il San Palo) e infine nuovamente dai piedi di Lodi parte un passaggio filtrante per Zapata (frutto di un errore nel disimpegno difensivo del Bologna) che non riesce col sinistro ad inquadrare la porta.

Il match termina solo al 96esimo, forse per la volontà di Russo di non voler smettere di guardare una così bella e vivace partita.

Sono davvero entusiasta di questo risultato, non solo perché ci siamo riconfermati come una delle squadre più in salute di tutto il campionato ma perché si è vista una vera e propria maturazione da parte dei ragazzi.

In passato (intendo nella precedente gestione) magari non saremmo riusciti ad uscire neanche con un punto da Udine, demoralizzati dalle tante occasioni goal sprecate; questa volta invece abbiamo sudato e abbiamo portato a casa tre punti che hanno tanto l'odore di salvezza.

"Ora è tempo di guardarsi in avanti magari puntando a squadre come Empoli, Sassuolo o Lazio oppure dobbiamo ancora buttare un occhio alle squadre alle nostre spalle?"

Questa domanda è stata rivolta a fine partita al nostro capitano Daniele Gastaldello, il quale non poteva rispondere in maniera migliore: "Né dietro né davanti, dobbiamo guardarci dentro, lavorare seriamente e essere concentrati sempre, giocare ogni partita con tenacia e voglia di vincere. Non abbiamo ancora fatto nulla, possiamo ancora rovinare tutto ciò che di bello abbiamo ottenuto, quindi sotto con il lavoro".

Ponderatezza e perfezione in ogni parola.

Io non posso negare che con questi tre punti abbiamo dato una bella mazzata alle nostre inseguitrici e a chi vuole ributtarci a forza nel baratro della Serie B.

Però come ha detto il nostro capitano non abbiamo ancora fatto nulla, dobbiamo ancora stringere i denti e raggiungere quel dannato traguardo che dista davvero poco da noi. Lo sento l'odore della salvezza che permea il Dall'Ara ma è proprio per questo motivo che dobbiamo nelle prossime gare concretizzare questo vantaggio sulle nostre avversarie e chiudere le pratica il primo possibile.

È un cammino costellato ancora di sfide complicate.

Quella di venerdì non la considero neanche una match per la classifica, le partite da vincere sono ben altre. La Juventus è in splendida forma ma noi abbiamo il vantaggio di poter giocare senza l'obbligo del risultato, di poterci divertire e incantare i nostri tifosi; questo non vuol dire scendere sul rettangolo di gioco già sconfitti o senza motivazioni, vuol dire giocare a pallone senza calcoli, poter giocare con leggerezza e a mente sgombra (un dono che in questo sport, molto spesso non viene considerato).

A mio avviso sarà più facile per noi fare lo sgambetto alla Juve che portare a casa dei punti con il Palermo o il Carpi, squadre alla disperata ricerca di punti salvezza.

Il mio auspicio è quello di arrivare il prima possibile a quota 37 – 40 punti per poi finalmente godermi la classifica e assaporare una sensazione di pace e tranquillità che non respiravo da tempo.

Volevo concludere il mio pensiero facendo innanzitutto i complimenti al nostro allenatore che non solo prepara le partite nel migliore dei modi ma ha la capacità di leggere la gara come pochi altri tecnici in Serie A, sfruttando al meglio la panchina per poter in qualche modo cambiare la partita (il pallone a Destro è arrivato dalla testa di Floccari, messo in campo in itinere al posto di Mounier).

Altri complimenti vanno invece rivolti a tutta la rosa del Bologna; "qui nessuno è un vero e proprio titolare, tutti devono lottare per iniziare dal primo minuto in campo". Donadoni vede quali sono i giocatori migliori durante gli allenamenti e li schiera sul rettangolo di gioco.

Così abbiamo visto la riconferma di Mbaye, il guerriero Maietta e la certezza nella tenuta di Morleo. Giocatori che accettano la panchina senza proferire parola e lamentarsi (soprattutto gli ultimi due, veri professionisti) ma che una volta chiamati in causa rispondono sempre da campioni.

Chapeau ragazzi, davvero complimenti.

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