Annotazione tattica numero due: la sostituzione di Karlsson. Ha sorpreso un po' tutti visto il momento della partita, me compreso, non tanto per la scelta in sè quanto per il minuto, non eravamo nemmeno all'ora di gioco. Era davvero necessario un cambio di quel tipo a quel minuto? Continuo a pensare di no, detto questo la scelta di sostituire Karlsson e non Ndoye è da un certo punto di vista capibile. E' vero che è dall'imprevedibile destro dell'esterno svedese che sono partiti i due bolidi che hanno creato non pochi grattacapi (forse gli unici di ieri) a Montipò, ma è anche vero che tolte queste due prodezze balistiche individuali Karlsson è sembrato meno amalgamato nel gioco offensivo del Bologna rispetto a Ndoye, soprattutto nel primo tempo. L'altra faccia della medaglia vuole però che, in una partita così bloccata come quella di ieri, un episodio che può essere benissimo rappresentato da una conclusione dalla distanza o da un calcio di punizione (Karlsson è uno specialista, lo è anche Orsolini che è entrato al suo posto ma non allo stesso livello) può davvero fare la differenza. Quindi privarsi così presto del calciatore tecnicamente più forte è stata forse una forzatura, o forse no, non avremo mai la controprova. Quello che ci dimostra questa sostituzione, però, è che nel tridente del Bologna non ci sono intoccabili, e ora che rientrerà anche Saelemaekers azzeccare gli esterni titolari di domenica in domenica sarà sempre più un'impresa.
