editoriale

Rialzare la testa (e nessuno tocchi Saputo)

C’è tanta amarezza. E c’è dispiacere. C’è la consapevolezza che questa squadra possa fare qualcosa di più, c’è l’oggettività del fatto che questo Bologna non può stare al quintultimo posto in classifica. Ma ad oggi, la realtà dei...

Giacomo Bianchi

C’è tanta amarezza. E c’è dispiacere. C’è la consapevolezza che questa squadra possa fare qualcosa di più, c’è l’oggettività del fatto che questo Bologna non può stare al quintultimo posto in classifica. Ma ad oggi, la realtà dei fatti è questa, e va presa, analizzata, capita ed interpretata: il Bologna sta facendo più fatica di quanto potessimo immaginare questa estate e a fine settembre, fa una fatica atroce a fare goal e ad essere pericoloso offensivamente. Questo è quello che emerge dall’ultimo mese e mezzo di campionato rossoblù, ma sono dell’idea che vedere tutto nero e pensare che questa squadra rischi di retrocedere, non è assolutamente l’approccio che deve esserci ora, e non è nemmeno la risposta che bisogna dare al momento negativo che si sta attraversando.

C’è pessimismo attorno a questo gruppo, c’è disfattismo, c’è anche nervosismo, nelle parole di qualcuno. C’è chi si è stancato di Donadoni, c’è chi si è stancato di Destro, c’è chi non vuole più vedere Taider e Gastaldello. C’è chi continua a chiedersi perché non giochi Donsah, c’è chi vorrebbe un cambio di modulo, c’è chi sostiene che Saputo debba fare di più e che Bigon debba rifondare la squadra a gennaio. Sinceramente non sono d’accordo con nemmeno una delle situazioni che ho appena riportato, perché sono dell’idea che dal punto di vista tattico e tecnico, chi guarda da fuori e non vive quotidianamente lo spogliatoio di Casteldebole, possa dire ben poco. Si può parlare e ci si può confrontare leggendo la Gazzetta e bevendo il caffè al bar, ma penso che ci si debba limitare ad avere delle perplessità, non arrivare a sfociare in critiche feroci. È vero, nemmeno io capisco perchè non giochi Donsah, però se Donadoni decide di non schierarlo MAI preferendogli Pulgar, Taider e Viviani, forse un motivo ci sarà. Anche io sono dell’idea che forse avere un pò più di versatilità possa fare il bene del Bologna, soprattutto per cercare di smuovere le cose a partita in corso, ma è anche evidente che questa squadra è stata costruita con l’idea del 4-3-3 in tutti i suoi aspetti, ed un cambio di modulo con il materiale tecnico che si ha a disposizione è difficile anche solo da immaginare. Sul “Saputo dovrebbe avere più polso e più coraggio”, preferisco non esprimermi, perché sono convinto che se c’è una persona che in questo momento sia esente da colpe è proprio il chairman, e mi sembra abbastanza palese che i problemi del momento della squadra siano puramente tecnici, e non societari. Non penso che Saputo vada difeso a priori, ci mancherebbe: però in questo momento non ha alcun senso preoccuparsi della situazione di Dzemaili, né criticarlo perché si preoccupa solo delle strutture e non mette abbastanza fondi per la squadra (e anche su questo pensiero che circola in città potremmo aprire pagine su pagine).

Adesso bisogna superare i problemi del campo, bisogna concentrarsi su quelli. Domenica a Pescara ci troveremo di fronte una squadra in evidente difficoltà, che non ha ancora vinto in campionato. Ma non ci presenteremo sereni a quella partita, nonostante le parole di domenica di Gastaldello e Donadoni che continuano a sostenere la tesi del “ci è mancato solo il goal”. Sostituirei quel “solo” con un “anche”, e penso che a telecamere spente non ci si possa nascondere e, sia il capitano che il mister, dovranno lanciare un messaggio forte oggi alla ripresa degli allenamenti. Vero che non sarà una settimana “soft”, ma l'errore più grande sarebbe quello di caricarsi di troppe pressioni, con la conseguenza di rischiare di non sfruttare l'importante possibilità che si avrà domenica. Bisogna rialzare la testa, si è chiamati a farlo anche per lo “status” che il Bologna si vuole costruire. La squadra c'è, i valori anche, la cattiveria agonistica può e deve venire fuori: questo è il momento di dimostrarlo.