editoriale

Non tutti i mali vengono per nuocere

Mancano ormai pochi giorni alla fine del 2014, l’anno del cinquantesimo anniversario del settimo e ultimo scudetto rossoblù, che verrà ricordato come uno dei più nefasti della storia del nostro amato club: non solo la...

Marco Francia

Mancano ormai pochi giorni alla fine del 2014, l’anno del cinquantesimo anniversario del settimo e ultimo scudetto rossoblù, che verrà ricordato come uno dei più nefasti della storia del nostro amato club: non solo la retrocessione in Serie B di maggio scorso, al termine di un campionato indegno concluso al penultimo posto, ma anche un impatto non esattamente morbidissimo con quel purgatorio (così simile ad un inferno) che è il campionato cadetto. I numeri, impietosi, ci raccontano di 16 sconfitte (di cui 11, letali, nella massima serie) e 47 reti al passivo nei 41 incontri disputati dal Bologna negli ultimi 355 giorni, a fronte di appena 10 vittorie – più 15 pareggi – e la miseria 38 gol segnati; un bottino fortunatamente rimpinguato mercoledì nell’ultimo incontro dell’anno al Dall’Ara, che ha regalato a tutti i cuori rossoblù un Natale sereno e ricco di speranza, grazie al secondo posto provvisorio in compagnia di Frosinone e Livorno e soprattutto alla completa definizione della nuova compagine societaria, che con l’ufficialità della nomina di Pantaleo Corvino a nuovo responsabile dell’area tecnica diventa una delle più solide dell’intero panorama calcistico nazionale.

La speranza in un futuro migliore, il sogno di rividere il nostro amato Bologna ai livelli che gli competono stanno prendendo forma ogni giorno di più e per la prima volta da tanti, troppi anni (parentesi porceddiana a parte) potremo guardare ad una sessione di calciomercato – quella invernale, che inizierà tra pochi giorni – non con il seccante timore che la squadra venga privata dei propri pezzi pregiati, ma anzi con la ragionevole aspettativa che una squadra in piena lotta per la promozione venga rinforzata in maniera decisa e decisiva; per raggiungere già a maggio l’obiettivo chiamato Serie A, primo step di quella scalata al Paradiso che (più o meno) tutti stiamo bramando ardentemente da un paio di mesi a questa parte. E che nessuno avrebbe osato immaginare lo scorso luglio, al momento della precipitosa iscrizione in cadetteria, ultimo atto di una messinscena durata tre anni e di cui avremmo volentieri fatto a meno, ma senza la quale non saremmo qui a fissare il vuoto, fantasticando di un Bologna protagonista in Italia, in Europa, nel Mondo!

La malinconica realtà di un campionato ostico come quello cadetto ci riporta ogni settimana con i piedi per terra, ci scoraggia ogni qualvolta le cose non sembrano procedere per il verso giusto. Ecco, proprio per questo sarebbe importante uscire dalla trasferta di Lanciano, ultima tappa di un girone di andata che concluderemo comunque tra le prime 8, con un risultato positivo. Sarebbe importante per la classifica, per il morale della squadra alla vigilia della sosta invernale e per la sanità mentale di un ambiente che ha estremo bisogno di vivere con serenità il prossimo mercato di gennaio.