editoriale

Nel 2019 il Bologna giocherà in un nuovo Dall’Ara

Vorrei innanzitutto presentarvi al meglio, anche se questo personaggio non avrebbe bisogno di alcuna presentazione, l’architetto che si occuperà personalmente del nuovo stadio Renato dall’Ara. “Gino Zavanella nasce a Torino, ha...

Lorenzo Romandini

Vorrei innanzitutto presentarvi al meglio, anche se questo personaggio non avrebbe bisogno di alcuna presentazione, l'architetto che si occuperà personalmente del nuovo stadio Renato dall'Ara.

“Gino Zavanella nasce a Torino, ha studiato architettura e urbanistica a Firenze laureandosi nel 1969. […]

Tra il 2003 e il 2006 progetta e dirige i lavori per il centro di allenamento a Vinovo (To) della Juventus e progetta il Centro Allenamento dell’Empoli F.C.

Nel 2003 comincia la progettazione, per conto della Juventus, per la “rifunzionalizzazione dello Stadio delle Alpi”.

Nel 2007 viene decisa la demolizione del vecchio stadio e l’architetto Zavenella progetta il nuovo stadio della Juventus. I lavori hanno inizio nel 2009 e la consegna dell’opera è avvenuta nel primo semestre del 2011. […]

Nel 1998, per conto della L.N.P., visiona gli stadi dei Mondiali di Francia con particolare attenzione alle funzionalità ed alla sicurezza. Nel 2000, con la Commissione Impianti Sportivi della L.N.P., visiona gli stadi del Benelux in occasione degli europei, interfacciandosi poi professionalmente, per conto della Juventus con i vari studi di progettazione durante le fasi di lavorazione (in particolare gli stadi di Amsterdam, Rotterdam, Harem, Heindoven).

Nel 2009 gli viene assegnato il PREMIO FIABA come progettista del primo stadio in Italia (Juventus) senza barriere architettoniche. […]

Nel 2014 inizia a Rijeka (Croazia) la progettazione del nuovo stadio, di un hotel, di un centro commerciale e di un museo. […]

Da tempo sostiene la necessità di un radicale rinnovamento del parco stadi d’Italia, optando in primis perla privatizzazione degli stessi. In tal modo si darebbe alle squadre la titolarità dello stadio, con il doppio vantaggio di una patrimonializzazione delle società e con la garanzia di investimenti ed interventi sostanziali.

Così si potrà arrivare ad uno stadio accogliente, multifunzionale, utilizzato tutta la settimana; allentando le tensioni ed abbassando quel vortice di violenza a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”.

(Per la biografia completa questo è il sito: http://www.gauarena.com/gino-zavanella-cv.html)

Il destino di noi tifosi bolognesi è quindi affidato per i prossimi quattro anni nelle sue mani esperte.

Il Countdown è ufficialmente partito.

I progetti verranno presentati e saranno pronti nelle prime settimane di dicembre.

Ovviamente di ufficialità ancora non se ne parla, molto probabilmente dovremo aspettare le prime nevicate invernali per sapere in definitiva se ci sarà un Restyling dello stadio o la costruzione di una nuova struttura.

Nelle ultime ore però sta trapelando un'aumentata fiducia verso la prima opzione, soprattutto per i costi, il tempo che si impiegherebbe nella costruzione, la scelta della nuova sede, la storia del nostro stadio e soprattutto la difficoltà di mobilitare un'intera Bologna a spostarsi lontano dalla città.

Lo stesso Gino Zavanella ospite a "Tempi Supplementari" nella serata di lunedì aveva fatto alcune osservazioni molto interessanti.

Innanzitutto aveva dichiarato come la tendenza odierna delle società e dei comuni italiani era quella di tentare di recuperare i vecchi stadi già esistenti senza quindi andarne a costruire dei nuovi all'esterno della città.

“Lo stadio è un'agorà e ha una presenza talmente forte che utilizzarlo solo poche volte all'anno sarebbe un approccio sbagliato. Lo stadio è un luogo da vivere quotidianamente e non solo per le partite. Al Dall'Ara questo accade abbastanza, grazie alla presenza di palestre e piscine: da questo punto di vista lo stadio a suo tempo era stato progettato in maniera moderna.
Il nuovo impianto dovrà contenere tutti i servizi che consentano alle persone di fermarsi di più, non solo per i 90 minuti della partita. Inoltre il pubblico sta diminuendo, quindi ci vogliono più comfort e servizi”.

Poi ha fatto una dichiarazione altrettanto importante: “In caso di scelta di restyling, gli anni per il rifacimento del Dall'Ara possono variare da 2 a 3, a seconda di quanto sarà ridotta la capienza.

La Torre di Maratona, in caso di scelta del restyling, andrà assolutamente valorizzata"

Queste dichiarazioni, da tifoso, non possono che rendermi oltremodo felice e pienamente concorde.

La costruzione di un nuovo stadio magari nella "famosa sede di Medicina" dove il nostro vecchio proprietario voleva portare il Bologna, era ai tempi (e lo è anche oggi), un grande errore.

Bologna ha sempre avuto la fortuna di avere uno stadio all'interno della città, a neanche dieci minuti dal suo centro storico.

L'affluenza allo stadio Dall'Ara ha sempre mantenuto degli ottimi standard, pensiamo soltanto ai 9mila abbonati nell'anno della Serie B o ai 16mila nell'ultimo anno di Guaraldi. Quest'anno, anche se abbiamo alle spalle una delle dirigenze più solide di tutta Europa, il numero si oscilla tra i 12mila / 13mila abbonati (molto probabilmente dovuto al cambiamento di prezzo nei distinti laterali e centrali, un aumento sensibile quest'anno).

La mia domanda (abbastanza retorica) è la seguente: Quanti spettatori perderemmo portando lo stadio ad una ventina / trentina di chilometri lontano dal centro?

Per fortuna questa è una questione che non dovrebbe (almeno al 85%) toccare i pensieri dei tifosi bolognesi. Non c'è ancora l'ufficialità ma da ciò che è trapelato dalle interviste fatte al sindaco, alla società, dalle opinioni dei personaggi del mondo bolognese e dallo stesso architetto (“lo stadio deve rimanere all'interno della città, centrale e non deve essere soltanto utilizzato in quei 90 minuti della partita ma deve essere il fulcro delle attività ludiche ma anche quotidiane della città di Bologna”) il Dall'Ara rimarrà la casa dei rossoblù.

Tenendo quindi come linea guida generale il fatto che lo stadio della squadra Bologna Calcio non debba allontanarsi dalla città di Bologna, vediamo quali sono allora le caratteristiche fondamentali che dovranno essere apportate nel futuro stadio. (il tutto è stato realizzato assieme al team che sta dietro alla pagina Restyling Dall'Ara: la parola ai tifosi modificata in questi giorni Nuovo stadio Dall'Ara).

1. La diminuzione della capienza.

L'attuale stadio Dall'Ara conta ben 38.279 posti a sedere. A nostro parere troppi. La cosa più bella è avere uno stadio sempre tutto esaurito, anche per le partite meno accattivanti.

Considerando poi la grande quantità di tifosi di altre squadre che popolano la nostra città, ci piacerebbe vedere tutto lo stadio rossoblù e riservare circa 5.000 posti massimo ai tifosi avversari, come già fanno in altri stadi.

Inoltre, in questo modo, ci sarà la corsa all'abbonamento e saranno pochi gli spettatori paganti: risultato sempre tutto esaurito.

Avere meno di 30.00 posti sarebbe un danno: infatti è il limite minimo per ospitare finali di Europa League, partite dell'europeo o del mondiale.

Quindi il target 30.000 – 32.000 è giusto anche per l'affluenza dei tifosi bolognesi.

2- La vicinanza al campo: eliminazione della pista.

Questo è un punto fondamentale; innanzitutto dovrà essere eliminata la pista d'atletica, infatti è necessario avere gli spalti il più possibile vicino al campo. Portando 30mila persone a ridosso del rettangolo di gioco (e soprattutto la nostra curva) non solo avremo un'impatto scenico da calcio inglese ma anche un potenza di carica per i rossoblù e intimidazione per gli avversari di altissimo livello.

3- La copertura dello stadio.

Questo è il punto necessario, non sarebbe neanche da mettere all'interno della lista, tanto è già scontato e ben presente nelle linee guida per ogni futuro stadio che verrà costruito in Italia nei prossimi dieci anni.

La copertura non solo porterà più persone allo stadio (finalmente partite come quella di sabato contro la Roma saranno un lontano ricordo) ma creerà anche una bolgia, un suono ed un'acustica perfetta, rendendo il Dall'Ara la trasferta dei sogni e degli incubi.

4- La creazione di servizi nell'area esterna allo stadio.

Come ha più volte ribadito il nostro architetto Zavanella, la gente non dovrà venire allo stadio solo per i 90minuti della partita. Lo stadio dovrà sempre essere attivo nei restanti giorni, con ristoranti, musei, giochi, eventi per diventare fulcro della città. Si dovrà ricreare la stessa atmosfera che si respira in Inghilterra prima del fischio di inizio, i pub adiacenti allo stadio pieni, servizi e attività fuori dallo stadio, gli inni e le canzoni che risuonano per le strade.

Il giorno della partita dovrà essere un giorno di festa, la famiglie come il singolo individuo dovranno venire con tranquillità e senza patemi (quindi da individuare un luogo per un grande parcheggio, così da non danneggiare la viabilità del quartiere).

5- La pendenza degli spalti.

Non siamo a teatro, e neanche al cinema.

Se sono in piccionaia voglio avere la sensazione di essere in campo con i ragazzi!

Spalti ad elevata pendenza a picco sul campo sono la chiave per il successo: creano una struttura a imbuto che amplifica il tifo e per gli avversari e giocatori sembrerà di stare in un cerchio dell'Inferno dantesco.

6- Struttura senza anelli.

Perché interrompere la continuità della nostra splendida curva?

La struttura ad anelli separati tra loro, a nostro parere, è antiestetica: per incutere timore all'avversario è necessaria una curva a struttura unica, in modo tale da creare un muro rossoblu stile Westfalenstadion di Dortmund.

Qualche anno e non solo staremo saldamente nei piani alti delle classifiche europee ma avremo uno stadio che sarà il vanto dell'ingegneria italiana, all'avanguardia sotto tutti i punti di vista.

Ringrazio il sito: Nuovo stadio Dall'Ara per la collaborazione (https://www.facebook.com/Nuovo-stadio-DallAra-1524912324418586/?fref=ts) ma anche un ringraziamento ad Eco Compact City Network, che mi ha fornito le immagini dei progetti che finora ho apprezzato maggiormente (http://www.ecocompactcity.org/Stadium/Stadio-Renato-Dall'Ara-progetto.html)