editoriale

La parte sinistra della classifica non è una sorpresa

L’abbraccio caloroso della gente fin dai primi minuti. Il freddo polare del Dall’Ara che quasi non viene più percepito, visto il calore che portano i “borghetti”, un paio di birre, qualche caffè caldo, i the bollenti, ma...

Giacomo Bianchi

L'abbraccio caloroso della gente fin dai primi minuti. Il freddo polare del Dall'Ara che quasi non viene più percepito, visto il calore che portano i “borghetti”, un paio di birre, qualche caffè caldo, i the bollenti, ma soprattutto la passione dei tifosi e la “tigna” di chi scende in campo. La doppietta di Blerim Dzemaili, che quando vede il Toro si trasforma e segna sempre, come successo domenica e come successo con la tripletta del marzo 2013. E poi il rientro di Simone Verdi, che sembra avere recuperato in maniera eccellente dall'infortunio, che in quei venti minuti di campo ha fatto esattamente quello che gli avevamo visto fare prima di farsi male, che è sceso in campo con la stessa cattiveria agonistica e la stessa voglia di tre mesi fa, quasi che il tempo si fosse fermato e lui si fosse preso solo un piccolo periodo di pausa. Che bei segnali, attorno a questo Bologna, che trova la seconda vittoria consecutiva in campionato per la prima volta in stagione, e che si issa nella parte sinistra della classifica, alle spalle di quelli che “in teoria” sono stati costruiti per lottare per l'Europa. Sorpresi? Io sinceramente no. E diciamo che mi sento di riprendermi anche una piccola rivincita nei confronti di chi in questi mesi ha continuato ad attaccare la squadra, il mister, Saputo (siamo seri?), Bigon, Di Vaio, il magazziniere, il parcheggiatore di Casteldebole, il cuoco e chi più ne ha, più ne metta.

Bologna è fatta così, la piazza ideale per dimensione e calore trasmesso dai tifosi, che fanno sentire i giocatori a loro agio e subito coccolati se vedono nei loro occhi e nel loro atteggiamento la voglia di dare il massimo per la maglia rossoblù. Ma Bologna è anche la piazza del “non-equilibrio”, è la piazza dove la passione spesso acceca, dove le mezze misure non esistono e dove del grigio non si ha cognizione, ci sono solo il bianco o il nero. Perché quando si vince il pensiero ricorrente diventa quello dell'Europa e quasi ci si sente imbattibili, ma quando si perde, invece, è fin troppo facile sentire gente che grida all'esonero del mister e al cambiamento di metà della rosa. Tornando all'attualità, bisogna godersi questo momento, viverlo a pieno guardando anche alle scorse settimane, dove le critiche e i pregiudizi che attorniavano la squadra non sono mancati. Forse qualcuno, guardandosi dentro, sa di essere stato fin troppo ingeneroso nei confronti di questi ragazzi. Oggi il Bologna è nella parte sinistra della classifica, ha scavalcato Cagliari, Chievo, Genoa ed Udinese, e guarda “i colleghi di metà classifica” dall'alto verso il basso. Non so voi, ma personalmente questa cosa mi inorgoglisce un sacco. I numeri parlano chiaro: questa squadra che molti continuano a criticare (o per lo meno, criticavano ardentemente fino alla fine della gara contro il Toro), nell'ultimo mese e mezzo ha perso solo una volta, a Torino, contro la Juventus. Beh, poteva andare peggio. Sì, mettiamoci che in mezzo c'è stata la pausa natalizia e che la gara contro il Milan è stata spostata, ma lo score delle ultime cinque partite, parla di un pareggio, tre vittorie ed una sola sconfitta. Sì, mettiamoci anche che le vittorie sono arrivate con Pescara e Crotone.

Insomma, possiamo metterci tutte le attenuanti del caso, ma la realtà dice che si stanno ottenendo una serie di risultati positivi, e non perdere fa bene allo spogliatoio. Chi ha praticato sport di squadra a livelli più o meno alti, sa bene che presentarsi il lunedì mattina nello spogliatoio sereni per non avere perso, è la medicina migliore per cominciare la settimana. La serenità è fondamentale per mantenere unito un gruppo di persone, per lavorare con leggerezza, per pensare al domani con maggiore tranquillità. E a Casteldebole, oso immaginare che si stia vivendo proprio una situazione di questo tipo, un aspetto che fa ben sperare, anche in vista del girone di ritorno. Non so se il Bologna finirà decimo, o nono, o undicesimo, o tredicesimo. Ma ha davvero importanza saperlo adesso e fare previsioni in questo senso? Godiamoci il bel momento che stiamo attraversando, andiamo avanti a testa alta, guardiamo alla prossima partita e cerchiamo di affrontarla con lo spirito giusto e la testa giusta, quelli che abbiamo visto in Coppa Italia con l'Inter e domenica contro il Torino. Continuando così, ne sono sicuro, qualche soddisfazione ce la toglieremo davvero.