editoriale

Giudizi troppo superficiali sul Bologna di Torino

Al termine della gara di domenica sera, si respirava delusione, malcontento, fastidio e quasi nervosismo attorno al Bologna. Non si respirava dispiacere e consapevolezza di avere perso contro una squadra molto più forte, in pochi riuscivano a...

Giacomo Bianchi

Al termine della gara di domenica sera, si respirava delusione, malcontento, fastidio e quasi nervosismo attorno al Bologna. Non si respirava dispiacere e consapevolezza di avere perso contro una squadra molto più forte, in pochi riuscivano a vedere il bicchiere mezzo pieno, e quasi nessuno ha cercato di spiegare i motivi oggettivi di questa sconfitta. Si è perso 3-0 contro la Juve allo Juventus Stadium, si è perso con indecisioni gravi di un singolo giocatore, si è perso con un risultato molto tondo che non ammette repliche, si è perso dopo avere preso goal dopo 6 minuti, a fine primo tempo e in avvio di ripresa, i tre momenti peggiori nei quali incassare una rete nell'arco dei novanta minuti. La sconfitta è meritata, su questo c'è poco di cui discutere, ma mi sembra che si sia stati troppo ingenerosi nei confronti di questa squadra, che comunque qualcosa di buono nel primo tempo l'ha fatta vedere.

Chi si lamenta del fatto che il Bologna non abbia mai tirato in porta e non ci abbia provato, secondo me fa un'analisi fin troppo superficiale. Nella ripresa, la partita di fatto era finita dopo 10 minuti e forse è anche vero che il Bologna è sembrato quasi rassegnato, ma facciamo attenzione a come ha giocato la Juve, perché il frutto del nulla fatto dal Bologna, arriva proprio da lì. Se ci si concentra sul modo in cui la Juve ha fatto la fase difensiva, ci si rende conto di come i bianconeri siano stati perfetti in questo senso, abbiano chiuso ogni passaggio al Bologna, abbiano indotto i rossoblù a perdere tanti palloni e sbagliare tanti passaggi, li abbiano portati veramente ad annullarsi quasi da soli. Il nulla che il Bologna ha fatto nei secondi quarantacinque minuti di gioco, deriva più dai meriti degli altri che non da suoi demeriti. Qualche demerito, però, c'è. Anche se non mi piace mai parlare di singoli, è evidente come la prestazione di Marios Oikonomou sia stata ampiamente insufficiente. Higuain è il centravanti più forte d'Italia ed è di un altro pianeta, ma gli errori di Marios sono di concentrazione, non sono legati solo alle doti dell'avversario. Sul primo goal perde il primo passo del Pipita e gli permette di guadagnare quel piccolo vantaggio che lo porta a sbloccare la partita, sul secondo frana addosso a Sturaro che sta portando palla verso l'esterno ed è il giocatore più innocuo del mondo, e sul terzo commette un errore evidente di posizionamento, preoccupandosi di coprire il primo palo senza sentire il suo uomo e lasciandolo libero di colpire da solo. Dispiace, perché sono ancora convinto che Marios abbia delle buone qualità, ma ormai in questo ambiente pare sfiduciato e fuori luogo. È giusto per lui e per la sua crescita che cerchi e trovi una soluzione alle difficoltà che sta attraversando in questo momento. Ribadisco, quello che stiamo vedendo non è a mio parere il vero Oikonomou, ma non penso ci siano più gli estremi per rivederlo in maglia rossoblu.

Chiudo sul tanto discusso ritiro di Catania. Ho sentito diversi criticare la scelta fatta dalla Società e dallo staff tecnico di portare la squadra in ritiro una settimana in Sicilia, per poi vederla perdere 3-0 a Torino. No, non è stato questo il senso del ritiro. Il senso della settimana catanese era legato al richiamo della preparazione fisica, con la speranza che in Sicilia si trovasse un clima più mite rispetto a quello che effettivamente c'è stato, ma questo non era prevedibile nel momento in cui si è pianificato il tutto. Il senso di un ritiro è quello di fare sì che i giocatori passino del tempo insieme e facciano gruppo, il senso di un ritiro è quello di lavorare a lungo termine, e gli effetti si potranno vedere solo tra qualche settimana, non nell'immediato. Se questo ritiro non avrà avuto senso, lo scopriremo più avanti, per adesso la settimana va affrontata nella consapevolezza che sabato sera si dovrà giocare una partita importante. Se a Crotone vedremo un Bologna come quello dello Stadium per produzione di gioco e risultato, allora sì che dovremo farci più di una domanda. Ma adesso no, adesso questo scetticismo generale che si continua a respirare, non ha motivo di essere alimentato.