editoriale

Destro e Rossi già sul patibolo, ma è presto per trovare dei colpevoli

“Basta, via Delio Rossi”. “Ha ancora senso parlare di progetto dal momento che non ne vinciamo una?”. “Destro è scarso.”. E ancora: “Non si sono allenati, come è possibile avere i crampi alla terza partita?”. Critiche, critiche,...

Giacomo Bianchi

“Basta, via Delio Rossi”. “Ha ancora senso parlare di progetto dal momento che non ne vinciamo una?”. “Destro è scarso.”. E ancora: “Non si sono allenati, come è possibile avere i crampi alla terza partita?”. Critiche, critiche, critiche e ancora critiche, quelle che si sono sentite dopo la partita di ieri sera. Critiche che ci possono stare, che non sono campate in aria e che sono frutto della terza sconfitta consecutiva. Ma sono critiche che devono essere pesate, perché non è colpa di Delio Rossi se Rizzo si fa espellere ingenuamente al sessantesimo e non è colpa del progetto di Saputo se Eder ruba il tempo a Maietta e fa l'1-0, e se Soriano trova l'incrocio libero e raddoppia dopo quattro minuti. Il Bologna ha le sue colpe, questo è sotto gli occhi di tutti, però per la seconda volta in due partite, sono stati gli episodi a decidere la gara. Se contro il Sassuolo, il goal di Floro Flores era stato frutto dello sfortunato rimpallo sul piede di Diawara, ieri sera si è pagata molto cara la sciocchezza di Luca Rizzo. Si può dire che l'arbitro sia stato fin troppo fiscale e che probabilmente ad un giocatore di squadre più blasonate non sarebbe stata data la seconda ammonizione in pochi minuti ma -a norma di regolamento- la trattenuta è da punire con il cartellino giallo e il numero 22 rossoblù andava espulso. Un Rizzo che fino a quel momento non aveva giocato neanche troppo male, aveva dato dinamismo e quantità alla squadra, partendo da esterno alto e dando anche una mano in fase di copertura. Ma il suo errore è stato fatale, è stato pagato a caro prezzo e ha dato il via all'offensiva doriana. Non si vuole tirare la croce addosso ad un giocatore che, sono convinto, con il passare delle settimane riuscirà a far dimenticare in fretta l'episodio di stasera, però non ci si può nemmeno nascondere e non si può fare finta di nulla. Già, perché fino al sessantesimo era stato un discreto Bologna. Poco cattivo sotto porta, poco cinico con Mounier e poco pericoloso dalle parti di Viviano, ma era stato un Bologna che aveva coperto bene il campo, aveva contenuto (seppur a fatica, in certi momenti) le scorribande offensiva di Muriel ed Eder e nella seconda metà del primo tempo aveva chiuso la Sampdoria nella sua metà campo. Insomma, un buon Bologna, che aveva fatto sperare in un secondo tempo più che positivo. E invece è successo il fattaccio, la condizione fisica è calata (ecco, su questo ci sarebbe da interrogarsi parecchio) e con essa anche quella mentale, con l'inevitabile conseguenza di rinchiudersi nella propria metà campo e subire l'avversario. E adesso? Adesso bisogna resettare in fretta quanto accaduto, perché la gara chiave sarà quella di domenica contro il Frosinone. È solo la quarta partita, ma c'è bisogno di muovere la classifica il prima possibile. Ho sempre detto che non mi sarei preoccupato se dopo le prime tre gare fossimo stati a zero punti, non posso dire lo stesso pensando che lo scenario rimanga invariato anche dopo la quarta. C'è bisogno di fare punti, e farli contro una diretta avversaria nella corsa per salvarsi, varrebbe doppio. Non servono frasi fatte tipo “il campionato del Bologna comincia domenica”, perché non è vero e perché le prime tre partite ci sono già state. Però la gara-chiave del Bologna, la gara fondamentale di questo avvio di stagione rossoblù sarà proprio quella contro i ciociari. Vorrei chiudere con una considerazione su Mattia Destro. Ieri sera è stato insufficiente, si è sbattuto poco ed è stato chiuso dalla morsa della difesa sampdoriana. Ma non si comincino a fare paragoni insensati, e non si faccia di lui il capro espiatorio di un attacco che non trova la via del goal. Lo diceva anche Rossi, non bisogna caricarlo di responsabilità. Arriverà anche il suo momento, come arriverà quello dei rossoblù. La pazienza non può essere infinita, ma in questo momento è l'unica cosa che serve.