editoriale

Bologna non mollare: questa posizione di classifica vale più di 40 milioni

Ecco come hanno inciso le decisioni dell'ultima Assemblea della Lega di Serie A sulla stagione 2015/16

Lorenzo Romandini

L’accordo per la ripartizione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi per la stagione in corso, è stato finalmente varato nell'ultima Assemblea della Lega di Serie A, dopo però moltissimi incontri (e scontri) su ampi fattori tra le diverse società.

Principalmente di cosa si è discusso: bisognava regolare le “risorse incrementali”, ovverosia la parte di aumento a disposizione in questa stagione per effetto dell’entrata in vigore del nuovo accordo triennale (2015/18), che porterà circa 130 milioni di euro in più nelle casse dei club nel 2015/16.

Questo aumento è stato davvero significativo e non smetterà di certo quest'anno, anzi è prevista una crescita continua per tutto il triennio → si passa a 981 mln del 2015/16, ai 1.006 mln del 2016/17 per finire con i 1.033 mln del 2017/18.

Al tavolo delle trattative la discussione ha cominciato ad animarsi quando le “grandi” hanno chiesto che “le risorse incrementali” dovessero essere destinate essenzialmente alle prime classificate, il tutto motivato da una sorta di meritocrazia (dovuta dalla posizione di classifica) ma in realtà il tutto era fatto per garantire maggiori entrate addizionali a loro stesse.

A questo punto le “piccole”, avrebbero chiesto di intervenire anche sul cosiddetto “paracadute”, ovverosia sulla quota di contributo a favore delle squadre retrocesse. Il tutto sembra essere stato fatto per una questione di “salvaguardia futura”, infatti molto probabilmente nel giro di cinque anni il nostro campionato subirà una riduzione di partecipanti, passando da 20 squadre a 18.

Ora qui, prima di spingermi oltre, voglio ricordare a tutti i lettori che la Lega di Serie A non comunica ufficialmente i valori assegnati alle singole squadre su base annuale. Non esiste quindi un riscontro oggettivo che i calcoli, qui riportati, siano verificati e verificabili al 100%. Tutto questo è un lavoro di approssimazione, di studio e di ricerca anche tramite le osservazioni e le proiezioni riportate da “Calcio&Finanza” ma anche da "Repubblica".

Superando quindi questa piccola digressione e ritornando al discorso precedente possiamo affamare che dopo lunghi colloqui e battaglie, l'Assemblea della Lega di Serie A avrebbe raggiunto un accordo.

La prima questione da trattare era la richiesta delle “piccole” per quanto riguarda il famoso “paracadute” dovuto alla retrocessione in Serie B; la decisione è stata quella di aumentare il tetto di questo conguaglio economico passando dagli attuali 30 milioni annui fino alla cifra (aggiungerei esorbitante) di 60 milioni. Alla votazione avrebbero partecipato tutte le società con 18 voti a favore ed i soli Palermo e Chievo contrari.

Non hanno tardato ad arrivare le polemiche dal mondo del calcio a questo netto aumento. La voce che si è fatta più sentire è stata ovviamente quella del Presidente della Serie B, Andrea Abodi che ha così commentato:

"Sotto la Serie A non ci sono pesi morti, ma soggetti vivi.

Con la Lega di Serie A abbiamo sempre cercato un rispetto che ci piacerebbe fosse reciproco. Nello specifico, pur comprendendo la funzione del cosiddetto paracadute, il livello di incidenza di un suo allargamento sulla Serie B non può non essere valutato, per il necessario rispetto nei confronti dei Tifosi, di chi ha investito sul nostro Campionato e della qualità della competizione. In altri Paesi il sistema paracadute è mediato da un sistema di mutualità.

Certe discussioni, così come il confronto sulla riforma dei campionati, non devono avvenire in tavoli separati, ma con una visione europea che determina una migliore e più positiva qualità delle relazioni tra le varie leghe".

La “Gazzetta dello Sport” nelle ultime ore ha poi reso noto come saranno ripartiti questi fantomatici 60 milioni, il tutto ovviamente è stato deciso prendendo in considerazione il grado di anzianità delle suddette squadre → 25 milioni per chi ha fatto 3 anni su 4 nella massima serie; 15 milioni per chi ha fatto 2 anni su 3 e 10 milioni per chi ne ha disputati 1 su 3. Se poi ci dovessero essere tre squadre ad averne disputate 3 su 4 il tetto massimo rimarrebbe comunque a 60 milioni: in quel caso di milioni ne andrebbero 20 milioni a testa.

La critica di Abodi, analizzando anche questi ultimi dati, sembra ancora più corretta e giusta. È già difficile per una squadra di Serie B poter ambire a fare il salto di qualità nella massima serie, se poi vengono gettate nella “gabbia dei leoni” altre tre squadre (che hanno già disputato la Serie A) che magari hanno mantenuto anche qualche giocatore ben rodato, che si sono quantomeno crogiolate nei 20-25 milioni della passata stagione dei Diritti TV e che in più ottengono una buona uscita che si aggira tra i 10 e i 25 milioni (per il mercato), allora la scalata diventa davvero inaffrontabile.

L'ultimo punto da trattare, quello sicuramente più vicino alla nostra situazione e che ci riguarda personalmente, è quello della ridistribuzione dei restanti 95/100 milioni → questi milioni verranno redistribuiti alle squadre classificate nei primi dieci posti del campionato.

Detto questo, il difficile è trovare l’identificazione dei diversi coefficienti.

Le ripartizioni dovrebbero essere (si parla sempre al condizionale) queste per le prime 10 classificate:

1° -  17 milioni

2° -  13,2 milioni

3° -  13,2 milioni

4° -  11,5 milioni

5° -  10,6 milioni

6° -  9 milioni

7° -  8,1 milioni

8° -  7,4 milioni

9° -  6,2 milioni

10° - 6,2 milioni

Il Bologna viaggia adesso su una quotazione annua di Diritti Televisivi (senza aggiungere il vantaggioso contratto triennale con Sky) intorno ai 34/35 milioni.

Rimanendo in questa posizione o comunque nelle prime 10 (sognando sempre qualche minima scalata) il fondo mercato estivo potrebbe essere incrementato di qualche altro milioncino, che male non fa mai.

Ora l'importante è non accontentarsi, non distrarsi e soprattutto non perdere punti per strada perché, come giustamente diceva ieri nel suo Editoriale, il mio collega Manuel Minguzzi: "Si diventa grandi non soltanto ammazzando le grandi ma strappando punti fondamentali con le piccole".

Domenica abbiamo questa occasione. Bologna sii magnifico come solo tu sai fare.

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